“Spiegare all’Italia che l’Agenda Digitale è un tema di politica industriale è importantissimo. L’Europa sul digitale sta facendo politica industriale sulle reti, l’Italia invece è in ritardo. Ci vorrebbe un programma straordinario per il Digitale e l’Ict nel nostro paese. Dobbiamo investire nelle nuove reti senza avere dubbi”. Lo ha detto Agostino Ragosa, direttore dell’Agenzia digitale italiana (Agid) all’iniziativa ‘Going local Italia 2013’ organizzata dalla Commissione Europea, di cui il Corriere delle Comunicazioni è media partner.
“Gli americani stanno lavorando sugli open data con un milione di addetti – aggiunge Ragosa -, noi in Italia abbiamo un gap in questo senso, pur avendo diverse skill di eccellenza. Stiamo lavorando per preparare un piano nazionale di formazione con le università, ma non basta. Bisogna coinvolgere anche gli istituti tecnici industriali”.
Uno dei problemi culturali da superare, secondo Ragosa, è il fatto che le infrastrutture tecnologiche non sono mai state viste come “un asset strategico nel nostro paese – ha detto il direttore dell’Agid – pur avendo investito 10 miliardi di euro nella realizzazione della rete, il tema delle infrastrutture è sempre stato sottovalutato e l’investimento in infrastrutture resta nel capitolo della spesa corrente”. L’Europa oggi “ci chiede il conto”, noi dobbiamo tornare ai livelli di 20 anni fa, “quando l’Italia era al primo posto per diffusione della fibra ottica”, aggiunge Ragosa.
Per quanto riguarda i servizi di e-gov, il problema dell’Italia, secondo Ragosa, è “l’eccessiva frammentazione – dice il direttore dell’Agid – abbiamo 4mila punti da cui eroghiamo servizi (data center della PA ndr). Ma manca un catalogo unico di tutti i servizi erogati, manca una visione unica e centralizzata della “Enterprise public structure”. Dobbiamo ridurre il numero di erogazione ad un massimo di 40 a livello periferico e 10 a livello centrale, che devono essere certificati per erogare servizi in cloud”.
Entro febbraio Ragosa presenterà il piano di razionalizzazione delle infrastrutture pubbliche, l’obiettivo è individuare a livello di singole regioni dei responsabili unici del processo di digitalizzazione, per evitare la moltiplicazione delle soluzioni e trovare finalmente un’armonizzazione unica. “I bandi per la realizzazione della nuova Spc per un totale di 2,5 miliardi di euro verranno assegnati entro fine anno – chiude Ragosa – i primi obiettivi da raggiungere sono l’anagrafica unica nazionale (identità elettronica); la carta d’identità elettronica, alla quale stiamo lavorando con il ministero dell’Interno; la semplificazione dei pagamenti di servizi di e-gov attraverso una piattaforma unica, alla quale stiamo lavorando con la Banca d’Italia”.