IL REPORT

AI sovereignty, data center nuova lifa per i ricavi



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Gestire le cosiddette “AI Fabrics” potrebbe rivelarsi un’opportunità per gli operatori nella loro strategia di diversificare le attività alla ricerca di nuove revenues, lanciando la sfida agli over the top. L’analisi di Fierce Network Research

Pubblicato il 14 feb 2025



intelligenza artificiale

I data center dedicati all’intelligenza artificiale potrebbero essere un’opportunità importante, per gli operatori di telecomunicazioni, per dare una spinta decisa ai propri ricavi. A sostenerlo è un nuovo report realizzato da Fierce Network Research, “Sovranità dell’intelligenza artificiale: cogliere l’opportunità di investimenti infrastrutturali trasformativi per le telco”.

Le telco, spiega la ricerca, vogliono diversificarsi dalla loro attività principale – a basso margine – di fornitura di dati e servizi vocali di base, diventando qualcosa di più di semplici “dumb pipes” che guardano gli operatori over-the-top come Amazon Web Services e Google ottenere tutti i profitti.

La sovranità sui dati

Il principio alla base dell’ “AI Sovereignty” è lo stesso di quello che riferito alla sovranità dei dati: in quest’ultimo caso le norme nazionali e internazonali richiedono che i dati e le applicazioni relativi a persone e organizzazioni all’interno di una nazione o di una regione, come nel caso dell’Unione Europea, siano fisicamente situati all’interno dei loro confini. A titolo di esempio si potrebbe citare, su scala europea, il Gdpr, o regolamento generale sulla protezione dei dati, anche se pure i singoli Stati si sono occupati nel tempo di legiferare su questo tema, in Europa ma anche nel resto del mondo.

La “Ai sovereignty”

Lo stesso principio di Sovranità, secondo Fierce Network Research, potrebbe trovare applicazione anche nel campo dell’intelligenza artificiale, dal momento che l’AI è sempre più importante, a livello dei singoli stati, per la competitività internazionale in campo economico, scientifico o culturale. Oltre a questo, il principio di “Sovranità” sarebbe particolarmente utile per addestrare gli algoritmi non sul livello globale, ma adeguandosi alle singole lingue, alle leggi nazionali e alle pratiche commerciali caratteristiche di un’area.

Il ruolo degli ecosistemi nazionali

“Ogni paese deve avere una politica sull’IA – spiega a Fierce Netowrk Research Joao Kluck Gomes, direttore dello sviluppo aziendale di Nvidia per le fabbriche e le applicazioni di IA – Devono consentire al proprio ecosistema nazionale di partecipare a questa nuova economia, non solo come consumatori di questa tecnologia da parte degli iperscaler americani, ma anche come creatori”.

Le “AI FAbrics”: data center dedicati all’AI

Ma cosa sono in concreto le “Ai Fabrics”?: Si tratta essenzialmente di data center che però vengono ottimizzati per poter gestire i carichi di lavoro tipici delle applicazioni di intelligenza artificiale. Mentre in un data center convenzionale ci sono singoli computer che operano indipendentemente l’uno dall’altro, con carichi di lavoro diversi, in quelli per l’AI il principio è diverso: “Una AI Fabric produce un unico prodotto, l’addestramento o l’inferenza – spiega Michael Clegg, vice presidente e general manager 5G-Edge di Supermicro – L’intero data center è un insieme di linee di produzione che producono lo stesso prodotto. Il tutto agisce all’unisono”.

Il ruolo delle Telco nell’AI Fabric

“Le telco – spiega il report di Fierce Network Research, realizzato con il sostegno di Nvidia e Supermicro – sono in una posizione unica per costruire e gestire i data center di intelligenza artificiale: dispongono già di relazioni, tecnologia, competenze, immobili fisici e altre risorse”. A sostegno di questa analisi emerge tra le altre cose il fatto che diversi operatori su scalal globale abbiano già accettato questa sfida, anche se tutte lontane dall’Europa. I primi tentativi sono in corso in India, Singapore, Sud Est asiatico, Medio Oriente e Nord Africa, Giappone, Canada e Sud America.

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