Per accedere ai servizi online e alle aree riservate all’interno di aziende e infrastrutture critiche basterà la voce degli utenti. È questa la promessa alla base del progetto europeo Octave, finanziato dalla Commissione europea nel quadro del Programma Horizon 2020, che coinvolgerà 12 partner europei da 7 Paesi e che vedrà la squadra italiana capitanata dalla Fondazione Ugo Bordoni (Fub). Sarà il centro specializzato nel settore delle telecomunicazioni e delle tecnologie dell’informazione a guidare gli altri partner italiani (Findomestic, Sea-Aeroporti di Milano e Advalia) nello sviluppo delle soluzioni che promettono di rivoluzionare l’accesso ai servizi web.
“Con soluzioni centralizzate a livello di cloud e ad altissima sicurezza – spiega la Fub in una nota – una qualsiasi frase pronunciata dall’utente verrà raccolta da un normale dispositivo, smartphone o computer, dotato di microfono, criptata e inviata a server appositamente accreditati che la elaboreranno e verificheranno con un’impronta vocale pre-registrata”. Tutto in pochissimi secondi.
“I sistemi di sicurezza adottati fino ad oggi, come password, token, e smartcard, hanno il limite di poter essere dimenticati, smarriti o rubati da altre persone che potrebbero utilizzarle in maniera fraudolenta – spiega Alessandro Luciano, presidente della Fondazione Ugo Bordoni -. Le tecnologie di riconoscimento biometrico, vocale in questo caso, sono molto più sicure, rispettose della privacy e comode per gli utenti”. Le prestazioni dei sistemi di biometria vocale, sottolinea Luciano, “sono ormai molto alte: non solo garantiscono un bassissimo tasso di errore ma, cosa impossibile fino a qualche anno fa, sono anche in grado di distinguere voci false registrate, imitate o artefatte dalla reale voce dell’utente”.
Gli obiettivi del programma Octave saranno al centro del workshop “Next Generation User Authentication by Voice Biometrics? Ready to Market!”, in programma il 27 giugno, a Firenze all’Auditorium Sant’Apollonia