487 sì contro 85 no. I lavoratori di Alcatel-Lucent hanno detto sì, con una percentuale dell’85,1% dei votanti, all’ipotesi di accordo siglata il 18 luglio da Fim, Fiom e Uilm sulla gestione della Cassa integrazione, sulla mobilità incentivata e volontaria e sul percorso negoziale definito presso il ministero dello Sviluppo economico rispetto alle prospettive industriali e occupazionali della multinazionale. Alla consultazione hanno partecipato 587 dipendenti su 900.
“Questo voto – si legge in una nota congiunta delle tre sigle – rappresenta per Fim, Fiom e Uilm un risultato importante: le lavoratrici e i lavoratori di Alcatel-Lucent hanno espresso il loro consenso a un’intesa raggiunta in un momento di grande difficoltà occupazionale causata dalla scelta di Alcatel-Lucent di ridimensionare drasticamente la sua presenza in Italia, frutto delle mobilitazioni messe in campo dai lavoratori nei mesi scorsi. E’ un accordo che rappresenta un primo passo verso un accordo quadro complessivo da negoziare al Ministero dello Sviluppo Economico. Nell’accordo quadro entro settembre si dovrà dare risposta, in termine di tutele e garanzie, a tutti i lavoratori: quelli che confluiranno in altre aziende a fronte delle esternalizzazioni che la multinazionale si appresta a fare in base al piano deciso a livello globale, a partire dalle attività Optics, e quelli che rimarranno in Alcatel-Lucent“.
“Ora l’obiettivo – commenta Roberta Turi, segretaria nazionale Fiom-Cgil – è raggiungere entro settembre un accordo quadro per la gestione di tutti i processi che interesseranno la multinazionale a partire dalla cessione di ramo d’azienda della ricerca e sviluppo Optics, per il quale già domani è previsto un incontro al ministero dello Sviluppo economico”.
L’accordo sulla gestione della cassa integrazione straordinaria siglato a luglio, spiegavano i sindacati dopo la firma, recupera il mancato accordo di maggio, e prevede la rotazione quadrimestrale dei lavoratori in cassa integrazione, un’integrazione economica alla cigs di 350 euro al mese, l’avvio di piani di formazione professionali finalizzati alla riqualificazione del personale. Tra gli strumenti concordati per “ridurre le eccedenze” è prevista la ricollocazione interna o esterna e la mobilità volontaria incentivata.