“La posizione assunta da Alcatel Lucent nell’incontro odierno è inaccettabile. Non solo non ha offerto chiarezza sul numero reale dei licenziamenti, ma ha aggiunto che tutte le attività che rimarranno in Italia sono un ‘investimento’ legato a quanto il nostro Paese farà per lo sviluppo del mercato It”.
Lo afferma in un comunicato Fabrizio Potetti, coordinatore nazionale Fiom-Cgil del gruppo Alcatel-Lucent, dopo l’incontro con il Governo e la multinazionale franco-statunitense che si è tenuto nel pomeriggio al ministero per lo Sviluppo economico. Nell’occasione i sindacati hanno indetto per oggi una serie di proteste e di manifestazioni, tra le quali un presidio fuori dalla sede del ministero. Presenti all’incontro il sottosegretario Claudio De Vincenti e per Alcatel Lucent Italia Patrizia Radice e Angelo Perucconi.
“La Alcatel-Lucent ha accettato la richiesta del governo per un approfondimento sul piano industriale del gruppo – Si legge in una nota del Mise – L’azienda, dopo aver illustrato alle parti il piano di ristrutturazione, ha aderito alla richiesta del governo di approfondire gli aspetti relativi agli investimenti e ai livelli occupazionali in Italia”. Durante l’incontro il sottosegretario De Vincenti “ha sottolineato – affermano dal Mise, ricordando che un nuovo incontro tra le parti è stato fissato per il 30 orrobre – l’opportunità di inquadrare il confronto sul futuro dell’azienda nell’ambito di una più complessiva disamina generale del settore delle telecomunicazioni”.
Secondo lo “shift plan” presentato la scorsa settimana dall’azienda, ma di cui le prime avvisaglie si erano registrate già un anno fa, Alcatel Lucent si prepara al licenziamento di 15mila dipendenti in tutto il mondo, e alla contestuale assunzione di 5mila ingegneri e tecnici specializzati, per un saldo negativo di 10mila posti di lavoro. I licenziamenti in Italia, suddivisi tra le sedi in Lombardia, nel Lazio e in Campania, dovrebbero essere 586.
«Nella sostanza – continuna Potetti – Alcatel Lucent riduce drasticamente l’occupazione e gli investimenti in Italia e, contemporaneamente, si prepara a ulteriori tagli, ‘nascondendosi’ dietro le decisioni che il Governo assumerà o non assumerà nel settore”.
“Ribadiamo per questo – conclude Potetti – la necessità di un tavolo di confronto più ampio sul piano istituzionale poiché la posizione di Alcatel-Lucent, oltre a imporre un’ipoteca sulle decisioni riferite allo sviluppo della banda larga, all’agenda digitale e probabilmente anche allo scorporo della rete, lascia intendere possibili ulteriori difficoltà sulla base delle decisioni che verranno prese negli altri paesi europei”.
“Siamo contrari a qualsiasi riorganizzazione che preveda tagli tout court, piuttosto riteniamo che possano essere percorse strade che portino a soluzioni sostenibili sia per l’azienda che per i lavoratori – afferma Claudio Ricci, coordinatore nazionale Fim Cisl gruppo Alcatel-Lucent – Abbiamo richiesto per il 30 ottobre, sempre presso il Mise, un nuovo incontro alla presenza di tutti i soggetti interessati, anche a livello di Governo, per la ricerca comune di soluzioni sostenibili che garantiscano i lavoratori, la loro professionalità e la presenza di Alcatel-Lucent in Italia”.