Con l’affluenza Expo di Milano i dati che viaggeranno in rete sono destinati ad aumentare massicciamente, e per affrontare questa situazione saranno necessari soluzioni tecnologiche all’avanguardia. Proprio per centrare quest’obiettivo i laboratori italiani di Alcatel-Lucent hanno messo a punto una versione più avanzata della loro tecnologia 9.500 Microwave Packet Radio (Mpr), un “ponte radio” che consentirà di far passare, e quindi trasmettere sulla rete, il 100% in più di informazioni catturate dalle small cell.
“Con questa nostra tecnologia 9500 MSS-O, che accelera la diffusione dell’Lte, adottiamo tecniche algoritmiche che consentono di far passare il doppio dei dati in più. Noi lavoriamo per il mondo ma così saremo pronti anche per Expo”, annuncia all’AdnKronos l’ingegnere Morena Ferrario, responsabile del centro R&D Wireless Transmission di Alcatel-Lucent Italia.
“La nostra tecnologia – spiega Ferrario – consentirà di collegare le small cell che stanno iniziando a diffondersi nelle città di tutto il mondo dove c’è una rete mobile di nuova generazione”. Spesso installata sui lampioni o sulle pensiline delle fermate degli autobus, questa tecnologia migliora la ricezione del segnale, potenzia notevolmente la trasmissione di dati e integra le antenne grazie al collegamento alla rete. “Oggi il collegamento in fibra non sempre è possibile e conveniente. Per questo – prosegue Ferrario– abbiamo pensato a una nuova soluzione tecnologica che trasmette il segnale in aria e consente di far comunicare gli apparati anche se non c’è campo libero”. “La nostra tecnologia – continua – è molto funzionale per le città dove, ad esempio, gli edifici rappresentano degli ostacoli per il segnale, inoltre consente una riduzione dei consumi energetici e costi operativi contenuti”.
La tecnologia microonde “è utilizzata anche negli stadi successivi di aggregazione, in altre parti della rete, come collegamenti di macro celle, collegamenti tra città, dorsali nazionali. Gli antichi scettici della longevità della soluzione ponte radio rispetto all’incremento continuo della capacità – conclude Ferrario – si sono ricreduti, grazie all’evoluzione tecnologica ora dimostrata possibile”.