I cellulari "intelligenti" utilizzano troppa banda larga,
per di più wireless. E il rischio è quello di un “crunch” del
broadband. Secondo Nielsen gli smartphone, che già rappresentano
il 25% dei telefonini e potrebbero raggiungere il 50% nei prossimi
due anni, consumano 30 volte la banda larga di un cellulare
tradizionale, e le applicazioni wireless, al contrario dei cavi in
fibra, devono condividere tutte lo stesso spettro, che è
limitato.
A mettere in guardia contro il rischio crunch Mike Lazaridis,
co-Ceo di Rim, l’azienda che produce il BlackBerry. Secondo
Lazaridis i produttori di smartphone devono sviluppare dispositivi
che usino meno banda larga, così da non congestionare
ulteriormente le onde radio. Il co-Ceo di Rim, intervistato
dall'agenzia Reuters, porterà questo messaggio anche al Mobile
World Congress di Barcellona. Con il boom dei netbooks, dei modem
wireless e degli smartphone ricchi di applicazioni è infatti
esploso il traffico wireless, che minaccia di saturare la capacità
di rete.
Gli operatori di wireless mostrano già segni di congestione, con
chiamate cancellate e velocità ridotta per il trasferimento dei
dati. “Bisogna iniziare a costruire applicazioni e servizi più
efficienti – ha ammonito Lazaridis -. Se non iniziamo a conservare
la banda larga nei prossimi anni ci ritroveremo con un problema di
capacità”.