Firmato al Mise l’accordo che scongiura i trasferimenti a Rende, in Calabria, dei lavoratori di Almaviva Palermo impiegati nella commessa Enel in scadenza a dicembre. Dopo il via libera di ieri dell’assemblea dei lavoratori, oggi sindacati, azienda e Exprivia, società che si è aggiudicata la commessa Enel, hanno firmato l’intesa, raggiunta la settimana scorsa, dinanzi al vice ministro dello Sviluppo economico Teresa Bellanova. L’accordo garantisce la salvaguardia dei livelli occupazionali. Exprivia assumerà a tempo indeterminato 297 dipendenti di Almaviva Palermo impegnati nella commessa Enel, con il mantenimento dell’articolo 18 e una ripartizione di 240mila euro fra i lavoratori a fronte dell’azzeramento degli scatti di anzianità e l’inquadramento al terzo livello. Almaviva manterrà invece alle proprie dipendenze, nella sede di Palermo, i restanti 98 dipendenti.
“Una firma restituisce serenità ai lavoratori – sottolinea una nota del ministero dello Sviluppo Economico commenta la sigla dell’accordo su una trattativa andata avanti per mesi, iniziata a settembre con l’annuncio da parte di Almaviva Contact di procedere alla progressiva dismissione a Palermo delle attività collegate alla commessa Enel, dopo aver perso la gara”.
La viceministro Teresa Bellanova “invita le parti coinvolte a farsi carico del problema dei 57 lavoratori Exprivia di Molfetta impegnati su una commessa Enel passata ad altro fornitore, applicando anche nel loro caso la clausola sociale”. A tutela dei lavoratori, un gruppo di monitoraggio dovrà effettuare incontri di verifica con cadenza quadrimestrale a livello territoriale e nazionale (presso il ministero dello Sviluppo economico).
“Tutti pensano che questa sia una grande vittoria e lo è perché è un provvedimento di civiltà – ha commentato all’Adnkronos Maurizio Rosso, segretario Slc Cgil Palermo – Ma la giornata di oggi deve essere un punto di inizio per ridare a queste settore dignità, prospettiva e una politica industriale seria. Il settore dei servizi può offrire grande sviluppo e occupazione sul territorio ed è ora che governo e sindacati si mettano insieme per far rispettare le regole, soprattutto dai grandi committenti, per rendere questo settore competitivo come nel resto d’Europa”.
“Alla base della decisione di mantenere in Sicilia la commessa di front office aggiudicata alla nostra azienda – dice il presidente e amministratore delegato di Exprivia, Domenico Favuzzi – poniamo la volontà di avviare in questa regione complessa e vivace un progetto industriale che replichi il modello di business nel campo delle tecnologie informatiche e delle telecomunicazioni sperimentato con successo in altre regioni. La trasformazione digitale in atto nel Paese nei settori della sanità, della pubblica amministrazione e dell’industria rappresenta una sfida, non solo per le imprese come la nostra capace di misurarsi su mercati sempre più ampi e competitivi, ma anche per un territorio con enorme potenziale umano e culturale come la Sicilia e per i suoi giovani, per i quali la leva del cambiamento puo’ aprire davvero nuovi e più ampi orizzonti”.
Sulla chiusura delle sedi del call center Almaviva Contact di Roma e Napoli, dove rischiano di perdere il posto di lavoro 2.511 dipendenti, “le posizioni sono cristallizzate, ecco perché al momento non è prevista una data per un prossimo incontro con azienda e governo – dice Stefano Cardinali della Slc Cgil Roma e Lazio – L’azienda continua a ribadire di volere il taglio del costo del lavoro e progetti innovativi – ha continuato Cardinali – ma secondo noi, non ci sono i presupposti per ragionare”.
Resta quindi confermato lo sciopero nazionale indetto dalla sigle sindacali di settore, per il prossimo giovedì 10 novembre, visto che l’azienda è decisa a chiudere le due sedi. “Non ci fermiamo anche rispetto alle iniziative legali da intraprendere, ora la vertenza è incagliata, ma noi vogliamo ripartiamo dai 12 mesi di ammortizzatori sociali già concordati nell’accordo dello scorso 31 maggio”, ha aggiunto Cardinali, concludendo che con le iniziative legali e con lo sciopero “cercheremo di far cambiare idea ad azienda e ministero”.