Chiedono a Renzi di restituire loro la dignità di lavoratori. Sono i lavoratori del call center Almaviva di Palermo che hanno inviato oggi una lettera aperta al presidente del Consiglio , preoccupati per la loro sorte. La decisione di trasferire 154 lavoratori, per lo più part-time, da Palermo a Rende, “costringendoli quasi automaticamente ad autolicenziarsi, non va nella direzione dell’accordo siglato il 31 maggio scorso al Mise“, si legge nelle missiva. Le Rsu di Almaviva Contact Palermo di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl che chiedono al premier che fine abbia fatto quell’accordo “dopo 4 mesi dalle trionfalistiche dichiarazioni di salvataggio dei lavoratori Almaviva”.
L’azienda Almaviva minaccia di riaprire le procedure di licenziamento perché non ritiene esistano più i presupposti di tenuta di quell’accordo “che – scrivono le Rsu – ha dato l’illusione che l’azienda non avrebbe potuto più intraprendere azioni unilaterali e pretestuose, che avrebbe rispettato la dignità dei suoi circa 10mila dipendenti, che avrebbe investito in innovazione, formazione e sviluppo considerando i lavoratori una risorsa e non un costo”.
Al presidente del Consiglio si chiede anche che fine abbia fatto il tavolo di crisi sul settore dei call center che si è riunito una sola volta dalla sua costituzione, lo scorso marzo. “Illustrissimo presidente, le chiediamo di dare la dignità che meritano ai circa 80mila addetti del settore dei call center che ogni giorno, 365 giorni l’anno, 24 ore su 24, con la massima professionalità e sempre col sorriso sulle labbra, forniscono ai cittadini italiani assistenza di tipo amministrativo, tecnico e commerciale per conto delle maggiori aziende fornitrici di servizi del Paese, a cominciare dai lavoratori Almaviva”.
Intanto i sindacati continuano a chiedere al vice ministro Teresa Bellanova di anticipare il tavolo al Mise convocato per il 20 per discutere dei trasferimenti, che scatteranno il 24 ottobre.
Secondo Salvo Ugliarolo, segretario generale della Uilcom, gli atteggiamenti dell’azienda che ha confermato i trasferimenti sono “azioni muscolari e miopi che non fanno altro che riaccendere tensioni che sicuramente non servono a nessuno”.
“Le difficoltà e le problematiche ad esse connesse – prosegue Ugliarolo – si affrontano in ben altro modo. Siamo molto preoccupati per il modo in cui si sta approcciando l’azienda; il silenzio che si sta delineando da tempo, da parte dei massimi vertici di Almaviva, non ci fa presagire nulla di buono. Chiediamo al Viceministro Teresa Bellanova di convocare, con la massima urgenza, le Parti al fine di comprendere le reali intenzioni di Almaviva sia sul tema di Palermo – dove come sindacato non accetteremo mai la scelta di fare trasferire il personale – sia sul suo futuro al livello nazionale. Non vorremmo – conclude Ugliarolo – che questo silenzio sia il preludio di ulteriori azioni da noi non condivisibili che avrebbero come unico fine quello di riaprire uno scontro tra i vari soggetti”.
“Il 20 ottobre è tardi per avere un tavolo che faccia azioni concrete – fa eco Rosalba Vella, della segreteria Slc Cgil Palermo -. Per questo stiamo invitando tutti a bombardare i profili twitter e fb per chiedere: Teresa Bellanova convoca subito il tavolo per #Almaviav#siamotuttiAlmaviva#154deportazioni#maiarRENDErsi”.