L'INTESA

Almaviva, ok alla solidarietà per 2mila dipendenti

Ratificato oggi al ministero del Lavoro l’accordo fra azienda e sindacati: livelli occupazionali garantiti, riassorbiti gli esuberi e reintegro del personale in Cigs. L’ad Marco Tripi: “L’intesa consentirà un nuovo modello industriale e di organizzazione del lavoro”

Pubblicato il 31 Mag 2013

Ratificato oggi al ministero del Lavoro l’accordo sul ricorso ai contratti di solidarietà per risolvere la vertenza sui 2mila esuberi dei contact center di Almaviva. L’intesa fra l’azienda della famiglia Tripi, che occupa 27mila persone, e sindacati Slc Cgil, Uilcom Uil, Fistel Cisl e Ugl Telecomunicazioni è arrivato dopo una trattativa di 30 ore e il ricorso a contratti di solidarietà varibili, che coinvolgeranno tutte le sedi nazionali dell’azienda. “E’ stato garantito il reintegro per tutti i lavoratori in Cigs dopo la chiusura della sede di via Lamaro, che saranno riassorbiti a Casal Bocconi”, ha detto il segretario Uilcom Uil Salvo Ugliarolo.

Marco Tripi, amministratore delegato del Gruppo Almaviva, si è dichiarato soddisfatto “dell’accordo raggiunto e della disponibilità al confronto da parte delle organizzazioni sindacali, che consente la salvaguardia del livello occupazionale e al tempo stesso delinea un percorso chiaro per raggiungere gli obiettivi aziendali, attraverso una profonda evoluzione del modello di business e dei processi operativi e organizzativi”. Per gestire temporalmente il processo di cambiamento industriale in atto senza gravi ricadute sociali per i propri 10mila dipendenti in Italia Almaviva, che conferma la propria scelta attuata da tempo di non ricorrere a nessuna forma di delocalizzazione, farà ricorso ad un accordo di solidarietà della durata di 24 mesi.

Come preannunciato la settimana scorsa, l’azienda garantisce i livelli occupazionali per un periodo di due anni, impegnandosi a non ricorrere alle delocalizzazioni, spina nel fianco del settore dei call center del nostro paese. Il modello di business sarà supportato dall’adozione di nuove tecnologie, in particolare un sistema di gestione delle chiamate Crm 3.0 già adottato in Brasile, che ha lo scopo di migliorare la produttività.

I contratti di solidarietà a percentuale variabile saranno applicato in tutte le sedi nazionali, fra cui Palermo, Catania, Napoli, Roma, Rende, per consentire il riassorbimento dei lavoratori che dalla fine del 2012 si trovavano in cigs. L’obiettivo è quello di riequilibrare le commesse all’interno di ogni sito, redistribuendo anche i volumi di attività.

Nella Capitale superata la resistenza di 632 dipendenti del call center di via Lamaro, che a ottobre avevano bocciato tramite referendum un precedente accordo di cigs per un anno, sottoscritto dai sindacati, per riorganizzazione aziendale con i ricorso a corsi di formazione e aggiornamento professionale.

A Napoli invece c’è il problema della commessa disdetta da Fastweb, che creava incertezza per 150 addetti.

Il piano dell’azienda mira a distribuire risorse dalle commesse “scariche” a quelle con maggiori volumi senza che nessun centro operativo perda le commesse ad oggi assegnate. Un operazione questa che, sempre secondo il piano aziendale, porterà con gradualità ad una quasi omogenea distribuzione dei contratti di solidarietà attraverso un processo di formazione diffuso ed un’azione di adeguamento tecnologico e dei processi commerciali.

“Grazie al senso di responsabilità dei lavoratori e dei sindacati e al supporto di Unindustria, si è chiuso ieri sera un importante accordo con forti contenuti innovativi tra AlmavivA e le Organizzazioni Sindacali del settore delle Telecomunicazioni. L’accordo consentirà un nuovo modello industriale e di organizzazione del lavoro”, si legge in una nota dell’azienda.

“AlmavivA rappresenterà un vero e proprio laboratorio di innovazione per il settore dei contact center necessario per superare una crisi strutturale del mercato di riferimento – caratterizzato da continua diminuzione della domanda, processi di delocalizzazione e bassa marginalità – e creare un nuovo percorso di sviluppo per l’azienda anche a protezione dei livelli occupazionali”, continua la nota.

“L’accordo consentirà l’utilizzo di una nuova generazione di soluzioni tecnologiche proprietarie e distintive sviluppate dal Gruppo Almaviva, fra i principali operatori di servizi di information technolgy in Italia, grazie alla grande conoscenza del mercato del Customer Relationship Management (oltre 28mila operatori in Italia, Brasile, Cina e Tunisia gestiscono 56 clienti di primaria importanza) – prosegue la nota – Le soluzione implementate permetteranno, insieme ad una nuova organizzazione del lavoro, importanti incrementi nella qualità e produttività del servizio nonché l’offerta di servizi aggiuntivi collegati alla totale comprensione di quanto avviene in tempo reale nei centri operativi (Crm 3.0)”.

“Il Crm 3.0 è basato su tecnologie di riconoscimento vocale unite a sistemi evoluti di analisi semantica dei dati che consentono di gestire e analizzare in tempo reale le esigenze dei clienti nonché di prevedere la modalità di evoluzione dei servizi e di collegare sistemi di formazione automatici declinati in base alle esigenze degli operatori – chiude la nota di Almaviva – Il successo di questo nuovo modello di business, già sperimentato con successo dal Gruppo Almaviva in Brasile, permetterà di interpretare sempre più da protagonisti un ruolo nel mercato globale dei sistemi intelligenti di comprensione delle esigenze dei clienti (mercato che già oggi vale miliardi di euro)”.

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