LA DECISIONE DELL'AUTHORITY

Anatel: Ngn, in Brasile 9 anni di deregulation

Il regolatore brasiliano approva il Piano generale per gli obiettivi della concorrenza e spinge sulla fibra. Secondo quanto risulta al Corriere delle Comunicazioni decisa la sospensione degli obblighi su prezzi e modalità di accesso alle reti ultrabroaband

Pubblicato il 07 Nov 2012

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Per spingere gli investimenti in fibra Anatel, il regolatore brasiliano per le telecomunicazioni, scommette su una lunga e robusta iniezione di deregulation. Il provvedimento costituisce uno dei passaggi salienti del Piano generale per gli obiettivi della concorrenza (Plano General de Metas de Competicao o Pgmc) approvato a Brasilia il 1 novembre scorso. Secondo quanto risulta al Corriere delle Comunicazioni, l’authority brasiliana ha deciso di lanciare una vasta tregua regolamentare di 9 anni nel campo delle reti Ngn.

Tregua che si tradurrà, anzitutto, nella sospensione di ogni specifico obbligo su prezzi e modalità di accesso ai network in fibra, estendendo la propria portata anche all’unbundling (l’affitto delle linee) e all’utilizzo della fibra spenta. La decisione si spiega con l’intento di offrire alle grandi telco un energico incentivo ad accrescere gli investimenti a fronte di una domanda domestica in piena esplosione.

Il Pgmc propone nel complesso un ricco spettro di novità che, come si evince dallo stesso nome del pacchetto, si prefiggono di dare un ulteriore stimolo alla concorrenza in un paese che ha cominciato a privatizzare il settore delle Tlc appena vent’anni fa.

Per centrare questo scopo Anatel riconosce la necessità di intervenire su pratiche che possano scoraggiare l’ingresso nel mercato di nuovi attori. E perciò disegna un approccio non dissimile da quello del quadro regolatorio europeo: incentrato cioè su una regolare analisi della composizione e le dinamiche del mercato in modo da indentificare da un lato i principali operatori e dall’altro le eventuali distorsioni che necessitano di interventi.

Ciò nonostante, il regime di “regulatory holiday” per la fibra stabilito dalle autorità brasiliane, per sua parte, costituisce un netto scostamento dall’orizzonte verso cui naviga la legislazione comunitaria. L’Ue, secondo quanto annunciato da Neelie Kroes lo scorso 12 luglio, è piuttosto orientata in futuro a tracciare un perimetro regolamentare ben definito attorno all’accesso ai network di nuova generazione. Su scala minore, questa prospettiva è stata confermata dalla raccomandazione che la Commissione ha inviato lo scorso 18 ottobre al regolatore finlandese ingiungendogli di applicare in maniera più consistente il principio di non discriminazione per la fibra. E questo nonostante lo stesso Esecutivo europeo abbia rinunciato ad ogni ambizione di intervenire sui prezzi di accesso al rame.

Tornando al Brasile, il Pgmc costituisce per un verso una buona notizia per TIM Brasil, la divisione carioca di Telecom che l’anno scorso aveva acquisito da Aes Atimus oltre 5.500 chilometri di fibra ottica per 700 milioni di euro. Una mossa che, come annunciato all’epoca dal responsabile di Tim Brasil Luca Luciani, ha permesso all’operatore di “offrire connessioni con un livello di servizio e a prezzi molto competitivo rispetto ai nostri concorrenti”, in particolare gli incumbent Oi SA e Telefonica Brasil. Ridimensionare le tariffe praticate dagli operatori sui consumatori, al fine di accrescere gli utenti della rete, è non a caso proprio uno dei maggiori obiettivi del Piano.

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