L'ANALISI

Anfov: “Digital divide, il problema è dei servizi”

Il presidente Roberto Azzano: “Mancano i servizi per le aziende”. Pochi i progressi compiuti dalla PA e dall’Agenda digitale

Pubblicato il 17 Ott 2013

agenda-digitale-121019154558

Il digital divide preoccupa non solo perché indica le zone e le imprese d’Italia non raggiunte dalla banda larga, ma perché segnala una carenza di interesse nelle possibilità offerte dalle nuove infrastrutture: la mancanza di servizi attraenti fa sì che molte aziende non utilizzino a pieno la Rete e si ritengano soddisfatte delle connessioni esistenti, anche se a basse prestazioni. A questa conclusione giunge un’indagine di Aquarius Logica (Al) che ha sondato l’interesse di un migliaio di aziende verso la connessione satellitare.

“Si tratta di un interesse molto tiepido”, commenta Achille De Tommaso, nella doppia veste di presidente di Al e di Anfov, l’Associazione per la convergenza nei servizi di comunicazione, “nei confronti del satellite, al quale corrisponde una fondamentale e generale soddisfazione per lo status attuale delle condizioni di accesso a Internet, sia per costo sia per velocità”.

Le reazioni indicano infatti che le aziende colpite dal digital divide sono di dimensione molto piccola e, strutturalmente, non necessitano di servizi internet “performanti”. Queste piccole imprese sono raggiunte da servizi wireless di accesso alla Rete e questi sono ritenuti sufficienti per le loro esigenze. Un’alta percentuale di intervistati (circa il 20% su 1000) ha dichiarato di non usare Internet affatto o raramente o, addirittura, di non avere un Pc.

“Nessuna azienda si è lamentata per le connessioni”, spiega De Tommaso, “nonostante fossero in area di digital divide. A questo punto la domanda che ci dobbiamo porre è se esiste veramente il digital divide delle infrastrutture oppure se il problema riguarda invece le aziende che, soprattutto se di piccole dimensioni, non sono interessate all’aspetto tecnologico”.

Il dato conferma il risultato di altre indagini, come il rapporto sull’innovazione in Emilia Romagna che segnalava una mancata conoscenza rispetto a ciò che è possibile fare con la banda larga. “Il vero problema”, sottolinea Roberto Azzano, consigliere Anfov con delega ai mercati dell’innovazione Ict, “è la mancanza di servizi per le aziende. I dati dell’Unione europea indicano che il vero digital divide italiano è di utilizzo. L’esempio classico è quello dei sistemi di pagamento che ci vede agli ultimi posti nelle classifiche della Ue”. Il problema non è di maturità delle aziende ma di assenza di offerta, secondo Azzano: “Pubblica amministrazione e aziende non implementano soluzioni tali da spingere all’utilizzo della Rete. L’utente, soprattutto se è piccolo, ha scarse motivazioni per utilizzare Internet”.

La copertura, anche attraverso il wireless, è ormai compiuta, soprattutto al Centro-Nord, ma secondo Anfov mancano i servizi efficienti anche perché, per esempio, ci sono voluti anni per avere i decreti di attuazione della fattura elettronica nei confronti della Pa. “Il livello dei servizi sulla rete italiana è molto basso. La Pubblica amministrazione vede la digitalizzazione come un nemico. Un esempio è la ricetta medica telematica che non decolla, ma importante è anche lo sviluppo degli open data”, conclude De Tommaso. Per Anfov l’Agenda digitale non ha fatto in questi ultimi mesi significativi passi in avanti e, anzi, nel frattempo si assiste, secondo Audiweb, al calo del 3,1% degli utenti Internet italiani attivi nell’ultimo mese.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati