Utilizzare i cavidotti esistenti per favorire lo sviluppo delle
Ngn. È la ricetta di Anfov per accelelare sulle reti di nuova
generazione, ricetta che ha il suo ingrediente balsilare nel
Catasto Nazionale delle infrastrutture che dovrebbe essere
elaborato e gestito da Agcom.
La questione delle infrastrutture è strategica per lo sviluppo
delle reti di Nuova Generazione a banda ultralarga (Ngan Next
Generation Access Networks) dal momento che i costi
infrastrutturali per le sole opere civili – in particolare per
gli scavi e la posa delle fibre ottiche – possono valere fino al
70-80% dei costi complessivi dello sviluppo di una rete Ngan.
Per favorire lo sviluppo e la rapida diffusione delle reti di nuova
generazione è quindi fondamentale il riutilizzo dei cavidotti
esistenti. I principali problemi sono la mancanza di una mappatura
dei cavidotti esistenti sul territorio nazionale e la
disomogeneità dei permessi per il loro utilizzo o per nuovi scavi,
rilasciati in base a criteri non uniformi e gestiti in modo
autonomo dagli enti locali.
Da anni Anfov si impegna con numerose iniziative sul tema Ngn-Ngan
al fine di favorirne l’affermazione e lo sviluppo in Italia. Lo
scorso 21 ottobre l'associazione aveva presentato all'Agcom
e al Dipartimento per le Comunicazione del Ministero dello Sviluppo
economico lo studio "Reti di accesso di nuova generazione
(Ngan). Interventi per uno sviluppo sostenibile: Catasto delle
infrastrutture e criteri tecnologici realizzativi” sulle opzioni
tecnologiche per contenere i costi di sviluppo delle reti Ngn.
Destinato soprattutto ad operatori e pubbliche amministrazioni, lo
studio delinea un modello per costruire un catasto delle
infrastrutture esistenti potenzialmente riutilizzabili per la posa
delle Ngn, definisce gli standard tecnici per realizzare gli
impianti e indica gli interventi normativi necessari.
Rispondendo a una consultazione pubblica lanciata dall'Agcom,
l'Anfov si è nuovamente pronunciata nel mese di maggio a
favore del fatto che l'Agcom promuova e gestisca un Catasto
Nazionale delle infrastrutture per l’installazione delle reti di
comunicazione elettronica e a favore dell'omogeneità di regole
valide a livello nazionale per l'accesso e la condivisione
delle infrastrutture presenti nei territori comunali da parte dei
gestori delle Tlc. Il documento dell'Anfov è stato realizzato
grazie ai contributi di Accenture, Colt Technology Services,
Fastweb, Italtel, Sirti, Telecom Italia, Valtellina, Wind, oltre
alla collaborazione di Cittalia-Fondazione Anci Ricerche
dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani, ed è stato
accolto positivamente dall'Autorità.
L'associazione ritiene che occorra favorire il riutilizzo da
parte di tutti gli operatori degli spazi delle infrastrutture
esistenti secondo una opportuna regolamentazione e sotto il
controllo di un ente indipendente, come appunto l'Autorità per
le Garanzie nelle Comunicazioni. Attualmente infatti ogni comune e
ogni ente pubblico gestisce l'accesso alle infrastrutture
pubbliche con criteri disomogenei perché dipendenti dalle
specifiche norme locali, una frammentarietà che frena la
realizzazione delle nuove reti e impone oneri aggiuntivi agli
operatori di telecomunicazione.
In particolare si ritiene necessario un intervento dell’Autorità
per garantire l’unitarietà e l’uniformità su tutto il
territorio nazionale dei procedimenti autorizzativi per
l’installazione delle reti di comunicazione elettronica,
applicando il principio della semplificazione amministrativa e
assicurare che agli operatori di comunicazione elettronica non
vengano imposti oneri ulteriori rispetto a quelli previsti dalla
Legge;
L’intervento dell’Agcom sarebbe utile anche a consentire,
attraverso l’istituzione del Catasto delle infrastrutture,
l’accesso da parte degli operatori di comunicazione elettronica
ad informazioni aggiornate relative alle infrastrutture esistenti e
ai nuovi progetti in grado di ospitare reti di comunicazione
elettronica.
Sul tema degli investimenti nelle reti di nuova generazione,
esprime così la sua opinione: “Per passare alle reti di nuova
generazione sono necessari investimenti ingenti sulle reti sia
fisse che mobili – spiega Umberto de Julio, presidente di Italtel
e vicepresidente dellʼAnfov, responsabile dellʼOsservatorio Ngn
di Anfov – Per finanziarli diventa necessario sollecitare il
contributo degli operatori cosiddetti over the top, come Apple,
Facebook, Google”. Secondo de Julio, uno dei principali problemi
da affrontare per realizzare le reti ultraveloci in fibra ottica e
superare il digital divide consiste nella corretta ripartizione dei
costi e dei benefici: infatti le nuove reti costano molto ai
gestori ma la maggior parte dei ricavi va invece agli operatori che
sviluppano le applicazioni e i servizi. Per superare l'impasse
e realizzare la NGN occorre quindi trovare nuove strade.
“E' chiaro – prosegue De Julio – che la soluzione ai
problemi relativi allo sviluppo delle reti a banda ultralarga passa
per un diverso rapporto tra i gestori dei network che devono
sopportare miliardi di investimenti e i fornitori di applicazioni,
che sviluppano la maggior parte del traffico e che possono
guadagnare miliardi grazie alle nuove reti”.
“Occorre la partecipazione di tutti per lo sviluppo della Ngn: si
possono ipotizzare soluzioni di revenue sharing o di cost sharing,
di condivisione dei ricavi o dei costi. Tuttavia il problema non
può essere risolto a livello nazionale: occorre un deciso
intervento europeo per affrontare e dirimere la questione”.
Nella prospettiva del superamento del digital divide, de Julio
afferma che le soluzioni di rete mobile sono utilissime per coprire
le aree ancora non raggiunte dalla banda larga; tuttavia, anche per
supportare la crescita esponenziale del traffico mobile, nel medio
e lungo periodo diventerà indispensabile realizzare una rete
nazionale in fibra ottica a banda ultralarga. Le reti mobili, sulle
quali i gestori puntano per recuperare redditività, garantiscono
ritorni nel breve periodo: ma lo sviluppo della Ngn in fibra ottica
rimane essenziale, sia per le aziende che per i consumatori.
Infatti le applicazioni avanzate, come la nuova televisione
interattiva e l'Internet Tv, saranno veicolate dai network a
banda ultralarga. Le nazioni che rimarranno indietro su questo
fronte soffriranno un gap competitivo difficilmente sostenibile.
Occorre quindi muoversi rapidamente, a livello nazionale come a
livello europeo.