LA GUERRA CON GLI OTT

Anfov, Tlc in cerca del paradiso perduto

La guerra fra over the top e operatori di Tlc nell’analisi per Anfov di Augusto Preta (IT Media Consulting), che aprirà il prossimo Osservatorio dell’associazione

Pubblicato il 19 Lug 2013

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Anfov è pronta a ripartire dopo la sosta estiva per non fare mancare il suo contributo allo sviluppo dell’Agenda digitale, con un occhio particolare al settore delle telecomunicazioni. Il think tank torinese, che ha riconfermato Achille De Tommaso (nella foto) alla presidenza e nominato Franco Morganti come presidente onorario, si prepara agli appuntamenti di Smau: cloud computing e managed services, Unified communication & collaboration e Smart cities sono gli argomenti degli incontri che si svolgeranno in occasione della fiera milanese il 24 ottobre mentre a breve, sul sito, sarà disponibile il paper messo a punto da Augusto Preta di ITMedia Consulting che affronta l’evoluzione dei servizi convergenti e analizza le strategie delle telco.

Nelle 18 pagine del documento scaricabile integralmente sul sito di Anfov, Preta passa in rassegna le differenti tipologie di servizi dal Voip all’Internet tv fino ai social network esaminando i modelli di business e le strategie innovative con cui le Telco possono rispondere al cambiamento del mercato (per esempio entrando nel settore utility o fornendo telefonate e sms gratis in cambio di pubblicità).

Il valore sul mercato delle telco, scrive Augusto Preta, “si sta spostando in altri livelli della catena, se non addirittura in mercati differenti” e una delle maggiori sfide “deriva dalla monetizzazione di nuovi servizi come la banda larga mobile”: all’aumento del volume di traffico tramite smartphone e Internet key non corrisponde una crescita comparabile dei ricavi. il vecchio modello di business che poggiava sull’integrazione verticale (il proprietario della rete controlla i servizi veicolati facendosi pagare) con un modello di ricavi one-side-market nel quale il mercato a monte rappresenta i costi e quello a valle i ricavi è stato messo in crisi dall’avvento di Internet: il mercato è diventato two-side, visto che gli operatori offrono servizi gratuiti o a prezzi bassi e ottengono ricavi dalla pubblicità.

Con lo sviluppo del mobile, l’infrastruttura di rete ha assunto maggiore importanza spingendo le Telco a investire e a combinare voce, video e dati, continua il paper. Il modello triple play ha però già fatto il suo tempo lasciando il campo alla competizione con gli Over the top che “sfruttano” gli investimenti nella rete da parte delle telco non pagando dazio e guadagnando con i loro servizi.

Il paper di Preta vuole essere solo il primo di una serie di contributi che Anfov intende fornire. Questa forma di comunicazione, più veloce e diretta, si aggiunge ai classici incontri con la presentazione dei lavori degli Osservatori.

Dal punto di vista dei contenuti, Achille de Tommaso ha sottolineato l’importanza di proseguire nell’analisi sul futuro delle telecomunicazioni, il ruolo degli Over the top e lo sviluppo della nuova tecnologia Lte, ma di lavorare anche sul fronte della sicurezza delle reti. Il presidente di Anfov ha ricordato inoltre l’importanza del digital divide sottolineando i risultati di un’indagine condotta su un migliaio di piccole e micro imprese in area di divario digitale che si dichiarano tutte soddisfatte del tipo di connessione a disposizione: il punto è che molte aziende sembra non sappiano come sfruttare gil strumenti Internet.

“Il problema – sottolinea Roberto Azzano di Net Consulting, vicepresidente Anfov con delega all’analisi dei mercati emergenti – è che il digital divide italiano riguarda soprattutto i servizi. L’esempio classico sono i sistemi di pagamento che ci vedono agli ultimi posti delle classifiche europee. E’ un problema di assenza di offerta”.

L’analisi sul digital divide e su cosa si debba intendere oggi con l’espressione divario digitale porta Anfov a collegarsi al tema dell’Agenda digitale sulla quale l’Associazione da tempo ha espresso dei rilievi. Come osservato sul Manifesto pubblicato di recente, l’Agenda è troppo concentrata sulla Pa, mentre nel frattempo altre preoccupazioni sono emerse riguardo la governance. Alla guida dell’Agenzia affidata ad Agostino Ragosa si somma lo spezzettamento delle competenze fra i vari ministeri e un ulteriore comitato guidato da Francesco Caio. Un meccanismo complicato, secondo Anfov, al quale bisogna aggiungere le resistenze delle corporazioni che, come è il caso della ricetta elettronica da parte dei medici, ostacolano le riforme e l’innovazione.

Altro tema che Anfov è interessata a sviluppare è quello della Tv: “Con la chiusura del passaggio al digitale terrestre – osserva Stefano Ciccotti di Raiway, confermato vicepresidente con delega al comparto televisivo – la filiera nazionale dell’hardware è passata da fatturato 100 a fatturato 15 con una situazione di crisi molto forte per un settore che conta, tra diretto e indotto, alcune migliaia di addetti nei vari comparti. Si tratta di aziende cresciute con il digitale, dotate di forti competenze, che oggi si sono fermate a causa dell’esaurimento del mercato interno”. Qualcuno sta cercando di riposizionarsi all’estero sui mercati orientali, ma la filiera è formata da Pmi che scontano sempre una certa difficoltà a presentarsi come sistema sui mercati esteri.

Non mancano quindi gli ambiti di intervento di Anfov, che punta ad allargare il numero delle aziende aderenti per riconfermare il proprio ruolo di stimolo, analisi e confronto sul mondo delle telecomunicazioni e dell’Ict in generale, dove oggi si intersecano più player con ruoli differenti che hanno cambiato radicalmente un settore dai contorni sempre meno stabili e definiti.

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