COMMISSIONE UE

Ansip accelera: “Tanti pilastri per l’Europa digitale”

Prende forma il piano della Commissione Ue. Il commissario al Digital single market punta ad anticipare di due mesi la presentazione del progetto: “Il piano disegnerà la rotta per i prossimi cinque anni. Fra i filoni d’azione Tlc, contenuti online, e-commerce, standard, non discriminazione nell’offerta di servizi digitali, e-skills, cloud, big data

Pubblicato il 21 Gen 2015

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Comincia a prendere forma a Bruxelles il piano della Commissione europea sul Digital Single Market. Nei palazzi comunitari si lavora a ritmi serrati per mettere in pista la proposta entro il mese di maggio. Un termine confermato appena la scorsa settimana da Andrus Ansip. Anche se il commissario al Digital single market, secondo alcuni rumors, vorrebbe accelerare anticipando la data di presentazione addirittura a marzo. Tanta fretta non è una sorpresa. Fatta eccezione per il piano d’investimenti Juncker, l’iniziativa sul mercato unico digitale segna il primo grande cantiere che il nuovo esecutivo si appresta ad inaugurare con il coinvolgimento di circa una decina di commissari.

E proprio Ansip, ospite ieri sera a Bruxelles di una cena organizzata dalla European Internet Foundation del Parlamento europeo, ha squarciato il velo sui primi attesissimi particolari. La strategia, ha spiegato, “disegnerà la rotta della Commissione per i prossimi cinque anni, includendo sia nuove iniziative legislative che un aggiornamento del quadro vigente”, e sarà organizzata “in molti filoni tematici”.

Secondo quanto appreso nei giorni scorsi da Cor.Com, l’esecutivo europeo avrebbe deciso di “impacchettare” l’intero piano in un Libro Bianco strutturato in una decina di differenti capitoli. Capitoli rispettivamente incentrati su: diritti dei consumatori, contenuti online, commercio digitale, standard, non discriminazione nell’offerta di servizi digitali, e-skills, cloud computing e data economy, e forse nuove proposte in materia di telecomunicazioni.

Ieri sera Ansip ha regalato ai commensali un breve florilegio di riflessioni (e anticipazioni) su molte di queste aree. A cominciare dalla questione dei contenuti digitali che è legata a doppio filo a quella del copyright. La riforma delle regole sul diritto d’autore, che secondo il commissario “occorre adeguare ai tempi digitali”, sarà certamente uno dei piatti forti del piano, secondo un proposito espresso sin dai primi giorni di vita dell’esecutivo Juncker.

La Commissione punta non solo ad uno svecchiamento del quadro vigente, risalente ad una direttiva del 2001, ma anche a renderlo più armonizzato a fronte di una cronica frammentazione su base nazionale. “Ci sono così tante eccezioni, differenze e limitazioni per ogni stato da rendere il sistema impraticabile dal punto di vista di un mercato paneuropeo”, ha ricordato Ansip. Il suo collega alla Digital economy Günther Oettinger, nel corso di un’audizione di fronte alla commissione Affari legali del parlamento tedesco, ha rivelato mercoledì scorso che la proposta di riforma dovrebbe comporsi di (almeno) un regolamento e una direttiva. Sempre secondo quanto dichiarato l’altro ieri da Oettinger la normativa comprenderà anche l’ormai famigerata “Google Tax” attraverso la quale si esigerebbe dai motori di ricerca (ma non solo) una quota per la diffusione di materiale coperto da copyright sui propri siti.

La sezione sulla “non discriminazione nell’offerta di servizi digitali” appare altrettanto delicata: si tratterà qui di intervenire sul “far west” legislativo in cui si trovano ad operare gli Ott. Ma appare difficile a questo stadio prevedere quanto la Commissione sia disposta ad accogliere le istanze di quegli stati membri che chiedono di applicare alle piattaforme digitali regole simili a quelle in vigore per le telecom, ad esempio in materia di obblighi di accesso o unbundling.

Per quello che riguarda il commercio elettronico, Ansip ha ribadito l’intenzione di rimuoverne “gli infiniti ostacoli” all’interno dell’Ue: “tutto quello che è possibile nel mercato unico dei beni fisici deve essere possibile anche per quelli digitali”. L’Iva sui beni digitali, e – tema molto caro all’Italia – in particolare quella sugli ebook saranno certamente al centro delle nuove iniziative sulla materia.

In materia di eskills, ossia di competenze digitali, appare certa la presentazione di una Strategia di fianco ad ulteriori iniziative per promuovere l’imprenditoria digitale. E ancora, la data economy e il cloud dovrebbero essere affrontate su due piani diversi: per un verso si tratta di “rivitalizzare l’industria del settore” (la Commissione europea stessa in passato ha avvertito che il continente sta perdendo “il treno” dei big data), ma occorre anche “dare più sicurezza e libertà alla circolazione transnazionale delle informazioni e dei dati”.

Non è infine chiaro se il piano presenterà anche misure specifiche in materia di telecomunicazioni. L’ordine di scuderia sino a poco tempo fa era quello di aspettare l’adozione del pacchetto “Connected Continent” prima di presentare nuove iniziative. Inoltre, è già prevista per il 2016 la revisione del framework sulle telecomunicazioni, sulla quale la Dg Connect ha da poco cominciato a lavorare con la costituzione di alcuni gruppi tematici. Certo è che ieri Ansip ha ribadito che la realizzazione di “un mercato unico delle tlc è un pilastro essenziale del mercato unico digitale”.

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