Nel 2028 il valore generato dalle Application Programming Interface sviluppate dal settore delle telecomunicazioni non arriverà a superare i 13,4 miliardi di dollari a livello globale. E un giro d’affari di queste dimensioni potrà essere raggiunto solo a patto che gli operatori pianifichino accuratamente i propri investimenti sulla tecnologia. Si tratta di una stima, quella fornita da Abi Research nella suo rapporto “Market Sizing and Key Findings Application Analysis”, ben al di sotto delle previsioni formulate precedentemente dagli analisti e soprattutto dalle associazioni di categoria.
Le sfide per le telco che puntano sulle Api
Le Api, del resto, sono state al centro di molti annunci e sviluppi di mercato recenti, tra cui il progetto Camara e l’iniziativa Open Gateway della Gsma, ma – almeno secondo gli esperti di Abi Research – supporteranno casi d’uso difficili da monetizzare. Tra le opzioni di maggior successo, stando alle proiezioni della società di market intelligence, ci saranno quelle di Network slicing, Quality of Service on Demand e Security, dato che forniscono agli sviluppatori funzionalità uniche non offerte da altre aziende.
“Nonostante le recenti previsioni ottimistiche, che sostengono che le Api genereranno centinaia di miliardi nei prossimi cinque anni, è improbabile che le telco siano in grado di convertire queste iniziative in un successo commerciale. Dovranno cambiare radicalmente mentalità, cultura e modello commerciale”, commenta Dimitris Mavrakis, Senior Research Director di Abi Research. “Il coinvolgimento dei fornitori di Communication Platform as a Service (CPaaS) e degli hyperscaler nelle Api delle telco, che sono già riusciti a creare comunità di sviluppatori, può togliere alle telco un onere significativo e aiutarle a commercializzare le loro iniziative”.
La chiave del successo per la commercializzazione delle Api
In particolare, da qui al 2028, le Api di sicurezza saranno in testa ai ricavi con 5,3 miliardi di dollari, seguite dal Network slicing con 5 miliardi di dollari e dal Quality of Service on Demand con 3,14 miliardi di dollari entro lo stesso anno.
“Anche questi obiettivi richiederanno uno sforzo significativo da parte delle telecomunicazioni per omogeneizzare almeno l’esposizione alle Api nelle loro reti e offrire un’interfaccia coerente ai fornitori di CPaaS e agli hyperscaler”, aggiunge Mavrakis. “Camara e le Api Open Gateway sono un passo nella giusta direzione. Tuttavia, c’è ancora molto lavoro da fare, soprattutto per quanto riguarda la tecnologia che abilita queste Api, come la tariffazione, la fatturazione e l’orchestrazione della rete”.
Le Api delle telecomunicazioni dovrebbero dunque essere considerate come una scorciatoia per la commercializzazione di servizi complessi, tra cui il Network slicing e la Quality of Service on Demand, soprattutto se offerti da fornitori di CPaaS o da hyperscaler che possono federarsi tra più telecomunicazioni e offrire agli sviluppatori l’accesso a una massa critica di abbonati. “Gli operatori Tlc dovrebbero dare priorità alle iniziative Api e considerarle addirittura un mezzo di formazione per i servizi avanzati previsti per il 6G”, conclude Mavrakis.