Vita dura per Apple e Samsung in Cina, dove i produttori locali di smarpthone la fanno da padroni. Lo scrive il Financial Times, citando l’esempio di Gionee, vendor cinese sconosciuto fuori dai confini del paese, che però in patria va per la maggiore, soprattutto nelle immense campagne e nelle città più piccole e periferiche del paese, dove quest’anno ha venduto un milione di pezzi.
Gionee, come decine di altri vendor di seconda fascia, proviene dal distretto produttivo di Guandong, trasformandosi in breve tempo da rivenditore all’ingrosso a produttore, grazie all’alleanza con i chip a basso costo della taiwanese MediaTek.
Un altro player low cost salito alla ribalta negli ultimi mesi è Oppo, che in passato produceva lettori Mp3 e oggi si è convertito agli smartphone, avendo raggiunto in un anno una quota del 2,2% delle vendite e prevede l’apertura di 40mila punti vendita, compresi 2mila shop proprietari, e vendite per 12 milioni di smarpthone nel 2013.
Il problema dei produttori locali low cost non è secondario per vendor che non sono cinesi, tanto più che, secondo stime di Gartner, nel terzo trimestre del 2012 per la prima volta le vendite di smartphone in Cina hanno superato quelle degli Usa, con 38,5 milioni di unità a fronte dei 26,7 milioni di unità venduti negli Stati Uniti.
Circa la metà delle vendite complessive di terminali mobili in Cina è costituita da smartphone, che tuttavia sono soltanto il 30% dei terminali mobili in circolazione. In altre parole, in Cina per ora la maggioranza dei terminali in circolazione sono vecchi modelli di cellulari
. Anche perché la gente, in particolare i cittadini delle zone extraurbane del paese, è disposta a spendere non più di 240 dollari per l’acquisto di un handset.
A guadagnarci di più per ora sono produttori apparentemente di seconda fascia, come ad esempio Lenovo, che ha visto lievitare la sua quota di mercato negli smartphone dall’1,7% nel terzo trimestre del 2011 al 14,8% nello stesso periodo di quest’anno, superando così Apple e mettendo il fiato sul collo di Samsung, anora al primo posto nella classifica di vendite di smartphone in Cina. Un primato che tuttavia scricchiola, visto che la quota di mercato della casa coreana è passata dal 24,3% nel terzo trimestre 2011 al 16,7% del medesimo periodo di quest’anno. Samsung sconta pesantemente la mancanza di modelli di fascia bassa, da commercializzare ad un prezzo intorno ai 100 dollari. Secondo Gartner, i cinesi che potevano permettersi uno smartphone di fascia alta se lo sono già comprato.
La situazione di Apple è ancor più delicata di quella di Samsung in Cina. Cupertino non dispone di modelli di fascia bassa e ha visto la sua quota di mercato passare dal 12,3% nel secondo trimestre di quest’anno Al 7% del terzo trimestre, secondo Gartner. Vista la debacle, non stupiscono le voci che si rincorrono di un prossimo lancio dell’iPhone in versione low cost entro il 2014. Intanto, Apple ha incassato dal governo di Pechino il via libera alle vendite dell’iPhone 5 in Cina dal 14 dicembre.
Secondo stime di Gartner, Lenovo diventerà il primo venditore di smartphone in Cina l’anno prossimo. Anche Gionee sta andando bene. Il produttore locale è passato da una quota dell’1,7% nel primo trimestre del 2012 al 4,7% nel terzo trimestre, superando la taiwanese Htc.
Per ora, i produttori locali messi meglio in Cina sono Zte, Huawei, Coolpad e Lenovo. Ma c’è una pletora di altri produttori locali low cost, capitanata da Gionee e rifornita dal chip maker taiwanese a basso costo MediaTek, che sta guadagnando terreno a vista d’occhio.