L’iCloud di Apple non smette di far parlare. Gli analisti si
interrogano sulle ripercussioni per il mercato telecom della nuova
piattaforma di servizi di Steve Jobs: applicazioni mobili,
documenti, foto, musica dell’utente saranno conservati nella
nuvola e disponibili su tutti i device con sistema iOS, ma questo
avrà un impatto sulle reti mobili? Secondo gli analisti
probabilmente no perché la maggior parte del traffico dati
dell’iCloud andrà sulle reti wi-fi, ma resta il dubbio di che
cosa possa accadere in assenza di hotspot vicini.
Il servizio iCloud Backup di Apple farà, appunto, una copia dei
contenuti, come foto e apps, quotidianamente su wi-fi. Quando gli
utenti modificano un documento su uno qualunque dei device Apple,
automaticamente iCloud trasferirà i cambiamenti a tutti gli altri
device iOS. Gli utenti avranno a disposizione 5 GB di memoria per i
documenti e potranno comprare capacità di storage aggiuntiva se ne
hanno bisogno (Apple non ha ancora specificato il prezzo di questo
servizio). In più, Apple Photo Stream caricherà automaticamente
le foto che l’utente scatta o importa su uno qualunque dei suoi
device e le trasferirà in modalità wireless a tutti gli altri
device iOS nonché ai computer dell’utente.
Apple non ha commentato per ora sugli aspetti di rete di iCloud al
di là di quanto dichiarato nel comunicato stampa, ovvero che i
servizi iCloud Backup e Photo Stream useranno il wi-fi. Secondo
l’analista di Ccs Insight John Jackson, Apple probabilmente
ritiene che i suoi utenti abbiano accesso a reti wi-fi con
sufficiente regolarità, tale da rendere il servizio generalmente
accessibile.
Ma che cosa succede se un utente non ha accesso a un hotspot wi-fi?
Il traffico verrà dirottato verso le reti mobili? O la nuvola
metterà l’upload in attesa finché l’utente arriva nel raggio
di copertura di un punto di accesso wi-fi? Qui è il dubbio
sollevato da alcuni analisti cui Apple non ha per ora dato
risposta. Ma secondo Roger Entner di Recon Analytics, se l’iCloud
1.0 non prevede di caricare i dati sul cloud passando per le reti
mobili in assenza di hotspot wi-fi, “ci penserà iCloud 2.0, e le
masse torneranno a adorare Steve Jobs". Fino ad allora, c’è
il rischio che gli utenti "girino come nomadi nel deserto in
cerca di un’oasi wi-fi”, anche se la maggior parte delle
persone "probabilmente farà la sincronizzazione dei dati nel
cloud a casa o quando avrà a disposizione il wi-fi: non è
veramente necessario sincronizzare tutti i propri device iOS in
ogni momento e in tempo reale. Si può fare in alcuni siti
specifici”.
Apple presumibilmente troverà una facile soluzione al problema,
secondo Michael Gartenberg, analista di Gartner: attualmente, iOS
4.3.3, la più recente versione software per l’At&t iPhone 4,
permette agli utenti di scegliere il trasferimento dei contenuti,
come film, apps e libri, sulle reti mobili laddove il wi-fi non è
disponibile e Gartenberg pensa che Apple potrebbe inserire questa
funzione anche su iCloud e iOS 5.
E’ possibile, in teoria, un sovraffollamento sulle reti mobili,
ma Gartenberg pensa che il rischio sia minimo, perché Apple già
esige che alcuni files o apps particolarmente pesanti siano
scaricati solo usando reti wi-fi e non cellulari. “Per chi ha
piani tariffari illimitati iCloud potrebbe incrementare l’uso dei
dati e il passaggio su reti mobili, ma penso che alla fine il
traffico sarà ben suddiviso tra reti cellulari e wi-fi”, afferma
l’analista di Gartner.
Sarà fondamentale piuttosto, da parte dei carrier, decidere quanto
traffico vogliono trasferire sul wi-fi e quanto può restare sulla
rete macro, sottolinea Entner. Per esempio At&t, che ha una estesa
rete wi-fi con oltre 24.000 hotspot in tutti gli Stati Uniti,
cercherà di spingere la maggior parte dei dati su questa rete.
Anche Verizon ha dichiarato di voler usare tecniche di wi-fi
offloading per gestire l’incremento del traffico dati sulle sue
reti Ev-do ed Lte ed è questa la direzione da prendere secondo
Entner.