Prima a braccetto, ora nemici giurati. Apple contro Google,
Cupertino contro Mountain View, i colpi non si risparmiano. E ora
Steve Jobs, il “visionario” ceo della Mela, ha deciso di
attaccare dove più fa male: al portafogli. Se fino ad ora i
business di Apple e Google, in fondo, sono rimasti abbastanza
distanti, se si esclude un Android che per adesso non ha
impensierito minimamente il mondo dell’iPhone, ora Jobs punta
alla pubblicità. E così, mentre l’acquisizione da parte di
Google di AdMob è sotto il faro dell’Antitrust, all’evento
dedicato al mela fonino di ieri Jobs ha annunciato il suo nuovo
programma iAd.
In un contesto in cui la pubblicità mobile negli Usa è stata di
416 milioni nel 2009 ed è prevista in crescita a 1,5 miliardi
entro il 2013, la scommessa di Jobs è integrare la pubblicità
nelle applicazioni, perché, come ha detto il ceo di Apple
rifilando una stoccata al motore di ricerca “non è il search ad
essere usato sui telefonini”. Il ragionamento di Jobs parte da un
numero, ovvero dai 4 miliardi di applicazioni scaricate su iPhone e
dal successo che stanno già ottenendo le applicazioni per il nuovo
iPad. Questo trend, collegato con il tempo medio che un utente
spende al giorno dentro alle applicazioni, ovvero circa 30 minuti,
fa prevedere al manager che tre minuti di pubblicità potrebbero
portare circa 1 miliardo di impressions al giorno, grazie a
pubblicità innovative che sfruttino le potenzialità dei
100milioni di device Apple.
Una mossa che Google ha subito commentato, lasciando trasparire una
certa preoccupazione. Se da un lato, infatti, non sono disponibili
il numero totale di applicazioni scaricate per Android,
verosimilmente più basso di quello per iPhone a fronte di un
negozio che comunque conta circa 30mila software disponibili,
Aaron Stein, un portavoce di Google, ha ammesso che ieri che la
mossa di Apple “è più la prova di quanto velocemente la
pubblicità mobile è in continua evoluzione e in crescita”. Una
frase che ha dato il via alle speculazioni degli analisti, pronti a
scommettere che a Mountain View siano pronti ad inseguire Apple su
questo terreno.