Gli operatori argentini Claro (AMX Argentina), Telecom Personal, Movistar (Telefonica Moviles Argentina) e Arlink (Grupo Vila Manzano) hanno presentato offerte per partecipare all’asta per lo spettro 4G Lte in Argentina, come riportato da Infobae. Si tratta del primo passo di un processo che dovrà culminare, secondo i tempi dettati dal ministero delle Comunicazioni, con il roll-out nel 2016 del 4G nelle principali città del Paese.
Il governo si aspetta di assegnare le licenze il 31 ottobre. In palio ci sono 90MHz di spettro nella banda dei 700MHz e altri 90MHz nelle bande AWS (1.7-2.1GHz). Il governo argentino pensa anche di assegnare nuove porzioni di spettro 3G nelle bande degli 850MHz e degli 1.900MHz.
Inizialmente erano sei le aziende argentine che si erano messe in lizza per l’asta del 4G, ma due si sono poi ritirate e hanno rinunciato, nonostante avessero i requisiti per farlo, a presentare delle offerte: Nextel e Cablevision. Per gli osservatori argentini rappresenta una sorpresa anche l’assenza dalll’intero processo del Grupo Clarín.
La tecnologia 4G permetterà un uso più intensivo del mobile internet, con comunicazioni più veloci e possibilità di scaricare contenuti più pesanti, come i video. L’apertura delle buste con le offerte si è tenuta presso la sede del ministero delle Comunicazioni argentino ed è stata effettuata dal segretario Norberto Berner.
Berner ha detto che l’asta, la più grande assegnazione di spettro degli ultimi dieci anni, rappresenta “un passo molto importante” e che è “soddisfatto” del numero di aziende “che si sono presentate per aggiudicarsi le frequenze del 4G in Argentina”, giudicato “indispensabile ed essenziale per migliorare le comunicazioni” nel Paese.
Berner ha sottolineato che è importante che ci siano aziende disposte a investire e ha indicato che la sola vendita dello spettro dovrebbe fruttare circa 1,9 miliardi di dollari. Secondo il segretario alle Comunicazioni, il 4G raggiungerà il 98% della popolazione argentina, grazie a una tabella di marcia per il roll-out della nuova tecnologia che farà seguito all’assegnazione delle frequenze che lo stesso Berner ha illustrato: “La prima fase non dovrà durare più di 18 mesi dopodiché le aziende che avranno ottenuto lo spettro dovranno renderlo disponibile nei capoluoghi di provincia e nelle città con più di 100.000 abitanti”.