Asati all’attacco di Catricalà. In una lettera inviata al viceministro delle Comunicazioni, che ieri si era detto contrario alla revisione delle norme sull’Opa dato che è in ancora in gioco la partita Telecom-Telefonica, i piccoli azionisti avvertono che “non attuando subito la riforma, non solo non avremo investimenti stranieri ma continueranno a scendere in Italia predatori che a buonissimi prezzi di saldo stanno già comprando le migliori aziende italiane e come avverrà anche per Telecom Italia qualora il Governo Italiano non intervverrà”. Asati ricorda inoltre che il fischietto di inizio della partita ufficiale tra i giocatori Telefonica-Telecom Italia avverrà il 1 gennaio 2014 e che ” l’approvazione di una legge sulla doppia soglia dell’opa risulterebbe coerente con la normativa Europea e replicherebbe la disciplina in vigore in Spagna senza creare discontinuità di Paese, come ben ha detto il Presidente Consob Vegas”.
Asati ricordando poi l’analisi di Bernstein, secondo cui “Telefonica’s current position within Telecom Italia is temporary and unsustainable”, invita Catricalà a “documentarsi”.
“Anche a lei rivolgiamo la stessa domanda fatta al Presidente del Consiglio e al quale da cinque giorni chiediamo un incontro senza avere una risposta: lei, Signor Vice Ministro Catricalà, da che parte sta? – si chiede nella missiva – Dalla parte dei 500.000 piccoli azionisti risparmiatori italiani, dalla parte dei 140.000 lavoratori intorno a Telecom Italia, dalla parte dell’industria nazionale, dalla parte della ricerca e sviluppo italiane, che vedevano lo Cselt/Tilab di Torino, uno dei migliori centri di ricerca del mondo sulle fibre ottiche, dalla parte delle famiglie italiane e delle Pmi che, anche al nord come in Calabria, dove lei è nato, ancora non hanno collegamento a banda larga a 2 mbit/s. Si immagini quando avranno la banda larga… Oppure lei gioca potenzialmente dall’altra parte? Ce lo faccia sapere così sapremo se la classe politica al Governo ha ancora un margine di credibilità”.
Asati, dopo avre fatto notare che la posizione del governo sull’Opa stride con quella del Parlamento, favorevole a una revisione, evidenzia: “in riferimento anche ai primi risultati trimestrali di Tim Brasil resi noti ad hoc, che se passasse potenzialmente al prossimo Cda di Telecom Italia del 7 novembre, Cda controllato da Telco, dove le minoranze non hanno voce in capitolo, la potenziale svendita di Tim Brasil, la cui partecipazione di Telecom Italia vale non meno di 8 miliardi di euro e il cui contributo all’Ebitda del Gruppo è indispensabile, voi potrete vantarvi di aver partecipato assistendo in silenzio a questa operazione scellerata che produrrà solo conseguenze negative per tutti e farà entrare il Paese in una potenziale crisi sistemica”.
Infine lo scorporo su cui Catricacà avrebbe detto parole prive di alcun senso e “nettamente in contrasto con la normativa Europea in quanto basti ricordare, e ci meraviglia che Lei, dott. Catricalà non lo sappia, è in atto un procedimento di infrazione da parte della Commissione Europea che sarà particolarmente vigile sui poteri della Golden Power”.