Dall’operazione Telefonica nessun guadagno per Telecom Italia. Asati si rivolge al premier Enrico Letta che considerando un bene l’ingresso dei capotali europei in Italia non spiega – evidenziano i piccolo azionisti – “a quali capitali si riferisca dato che nemmeno un euro entrerà in Telecom”.
Per l’associazione l’accordo Telefonica-Telco è ostile a Telecom Italia, all’azienda e va contro gli interessi del restante 78% dell’azionariato di Telecom, dei 600.000 piccoli azionisti e degli 82.000 dipendenti.
“Telefonica non porta alcun capitale in Telecom Italia per cui non si comprende su quali presupposti si possa presumere un beneficio – spiega Asati in una nota – Ancora il Presidente del Consiglio ha dichiarato che il Governo sta vigilando ma di fronte all’imminente prospettiva del declassamento di Telecom Italia da parte delle agenzie di rating, il Governo continua ad attuare una politica attendista e di non decisione, senza guardare ai problemi reali del paese. Forse l’on. Letta intende assistere alla tragica fine di una privatizzazione, che a detta dello stesso, non è stata una delle migliori, oggi Letta fa il canto del cigno “affermando di difendere la rete di TI”.
“Ma dove era il Presidente del Consiglio quando nella conferenza stampa di agosto scorso, lo stesso Bassanini, che era con lui, sorridendo diceva che nel piano triennale della cassa non c’era la parola TI! – incalzano i piccolo azionisti – Una tale dichiarazione dovrebbe spingere un Capo del Governo all’intervento e non allo stare a guardare dalla finestra o dire cose prive di alcun senso industriale nell’interesse dell’intero Paese”.
Secondo Asati da miopi ignorare che per la risoluzione dei problemi antitrust, in cui incorre Telefonica per le proprietà di Telcom Italia in Brasile ed Argentina, “la scelta cadrà ovviamente su dismissioni e spezzatino della società, mettendo a rischio fino a 100.000 posti di lavori in Italia. E’ questo quello che auspicano il Capo del Governo e la maggioranza che lo sostiene? Oggi Anatel ha dichiarato che se Telefonica prende tutte le quote di Telco dovra’ essere venduto in blocco Tim Brasil e ancora bene il comunicato dei Consiglieri indipendenti di operazione in netto conflitto di interessi come Asati dal 2008 sta denunciando di fronte a Istituzioni sorde lo stesso tema. Il mercato come era previsto ha gia’ bocciato l’operazione TI ora a -4.5% rispetto al djstock tlc”.
In questo contesto Asati chiede al Governo ad approvare celermente i regolamenti attuativi per la “Golden Power” (ex “Golden Share” affinché il vuoto normativo non diventi un alibi) e al Parlamento di nominare al più presto i componenti della Commissione di Vigilanza sulla Cdp. L’obiettivo è “inserire nel piano triennale della Cassa (dove oggi nemmeno risulta la parola Telecom) un intervento su Telecom Italia, in quanto azienda strategica. Senza banda larga lo sviluppo del Paese è compromesso”.
Ai vertici esecutivi di Telcom Italia, Asati chiede “di proporre nel cda del 3 ottobre stante, al Cda, al Consiglio Sindacale e soprattutto ai consiglieri indipendenti l’inserimento in odg del prossimo Cda di Telecom del 3 ottobre la convocazione al più presto di una assemblea straordinaria sui seguenti punti: la variazione dello statuto attuale che lascia 4/5 dei consiglieri all’azionista di riferimento con una elezione proporzionale avuti in assemblea; aumento di capitale di almeno 3 miliardi, per scongiurare il declassamnento sul debito da parte delle agenzie di rating.
I piccoli azionisti invitano poi tutti i principali stakeholder, fondi italiani ed esteri, a partecipare “alla prossima assemblea per superare il bloccco previsto di Telco (ovvero Telefonica) sul cambio statuto (Telecom deve diventare una vera Public Company) e sull’aumento di capitale”.
Alla Consob e alla Sec si chiede di vigiliare “sugli accordi tra i soci telco aggirano l’obbligo di Opa e falsano quindi la contendibilità dell’azienda”, scoraggiando l’ingressi di altri soci qualora questi si presentino direttamente al mercato; su cosa significa che Telco oggi liberi Telefonica di acquistare altre azioni TI sul mercato se altri soggetti ne acquistino il 10%; l’attuazione dell’articolo 2497 del codice societario che prevede in riferimento all’esercizio di direzione e controllo che il debito di Telecom Italia sia consolidato in Telefonica. L’Antitrust deve invece difendere gli investimenti dei piccoli risparmiatori che sono stati assolutamente calpestati
“Qualora queste azioni non venissero adottate – avverte l’associazione – Asati si attiverà presso tutte le Autorità Nazionali e Internazionali, non ultima la Magistratura e il Tribunale Europeo di Strasburgo per i diritti dell’uomo, per denunciare tutti quei Consiglieri che nel corso del prossimo Cda del 3 ottobre possano ledere con le loro decisioni, supportando Telco, gli interessi di tutte le minorities, dei livelli occupazionali, anche in riferimento a tutti i dipendenti azionisti in servizio e in pensione”