Una rete unica e neutrale per favorire una maggiore crescita, competitività e produttività del sistema Paese. La chiede in una lettera inviata al ministro dello Sviluppo economico e agli azionisti di Tim, Asati, l’associazione dei piccoli azionisti di Tim. In questi ultimi giorni, “il Governo si è espresso ancora una volta a favore della creazione di una ‘rete unica’ oggetto, peraltro, della recente legge 136 del 17 dicembre 2018 (approvata dal Parlamento a larga maggioranza) che ha promosso l’aggregazione volontaria dei beni relativi alla rete di accesso”.
Per Asati “una rete unica e neutrale, attraverso la convergenza della rete di Tim con quella di Open Fiber, garantirebbe una piena parità di accesso a tutti gli operatori, eviterebbe diseconomie, abiliterebbe i nuovi servizi della comunicazione globale, consentendo al nostro Paese di eliminare il divario digitale ultrabroadband.
La gestione e la direzione della “rete unica” richiede, secondo i piccoli azionisti, “una nuova e più efficace governance in grado di superare quelle criticità legate ad una continua e accesa contrapposizione tra le posizioni assunte dai due principali azionisti di Tim, un contrasto che ha influenzato negativamente anche il corso del titolo della società”.
“Asati auspica, quindi, la creazione, nei tempi più brevi, della “rete unica” procedendo secondo le linee guida indicate dalla citata legge n. 136 e, in vista del prossimo cda Tim del 21 ottobre 2019, la nomina di un nuovo Presidente dotato di alta e riconosciuta professionalità e competenza, nell’ambito del settore Tlc, in grado di garantire una più efficace governance per ristabilire un cda unito e compatto al fine di supportare al meglio le sfide che la società si accinge ad affrontare”.