Eliminare la regola dei 4/5 e, in un Cda di 15 componenti, assegnare alla lista che ottiene più voti 8 consiglieri e scegliere gli altri 7 in maniera proporzionale ai voti avuti dalle altre liste. E’ la proposta che l’Asati, l’associazione dei piccoli azionisti, suggerisce a Telecom chiedendo al Cda di fare presto e prendere una decisione sulla governance già al 6 febbraio.
Molto probabilmente la governance di Telecom Italia non cambierà neanche a questo giro assembleare: il Cda in scadenza ad aprile sarà rinnovato ancora con le vecchie regole, che assegnano i quattro quinti dei posti alla lista più votata. Marco Fossati questa volta punterà ad aggiudicarsi in assemblea la maggioranza, proponendo un progetto e una squadra per portarlo avanti. Gli interlocutori di riferimento saranno i fondi esteri che hanno quasi la metà del capitale.
Il management di Telecom Italia ha incaricato un gruppo coordinato dal general counsel Nino Cusimano di fare una ricognizione sulla best practice in tema di governance: i risultati di questa analisi saranno illustrati al Cda del 6 febbraio e l’Ad Marco Patuano dovrà sollecitare una presa di posizione del board. Secondo autorevoli esponenti dell’azionariato di riferimento, spiega il quotidiano, non ci sarebbero però i tempi tecnici per cambiare l’impianto di uno statuto ereditato da Telco al momento in cui era subentrata a Olimpia.
Di fatto dunque l’ago della bilancia sarà proprio Patuano che, pur essendo stato nominato da Telco, ha mostrato una certa apertura alle istanze di Findim e dei fondi: infatti con il cda a formazione ridotta,a parte l’Ad, 5 consiglieri sono emanazione di Telco e 5 indipendenti , di cui due (Fitoussi e Sentinelli) indicati da Telco, e tre (Calvosa, Egidi, Zingales) sono espressi dai fondi.