L'EMERGENZA

Assocontact al governo: “Call center sono servizi essenziali”

L’associazione si appella al governo. Il presidente Borgherese: “Servono misure a sostegno dei lavoratori per garantire la continuità operativa”

Pubblicato il 14 Mar 2020

call-center

I contact center siano considerati servizi essenziali. E’ l’appello di Assocontact al governo. “In questo periodo di emergenza straordinaria vissuta mettendo al servizio del Paese tutte le nostre conoscenze e competenze, il nostro lavoro contribuisce a informare e ad assistere gli italiani – dice il presidente dell’associazione, Lelio Borgherese – Un’attività che deve essere ben messa a fuoco, perché nelle attuali condizioni di isolamento diventa un servizio essenziale: pensiamo ai cali di tensione della rete elettrica o all’attivazione di servizi di pagamento on line in questo momento in cui siamo tutti isolati nelle nostre case; pensiamo ad una persona sola che ha lo smartphone bloccato e non sa come ripristinarlo; situazioni banali che nell’eccezionalità del momento possono diventare emergenze nell’emergenza”. In questo contesto le aziende del settore chiedono la giusta attenzione per i lavoratori del settore che si trovano come tanti altri in prima linea nel fronteggiare la crisi.

Chiediamo quindi di equiparare il lavoro dei contact center ai servizi di pubblica utilità, così da poter continuare a fare il nostro mestiere conciliandolo con la massima sicurezza per i nostri lavoratori e per le loro famiglie”, spiega Borgherese.

“Bisogna capire subito che il nostro servizio, assistendo da remoto le persone, contribuisce a farle stare in casa, limitando il pericolo di contagio. Ma c’è un altro aspetto da non sottovalutare, una funzione invisibile ma importante: il maggior numero di richieste inoltrate ai numeri verdi – evidenzia Borgherese – proviene spesso da persone spaventate e sole che hanno bisogno di parlare e di essere sostenute. Le nostre persone sono un argine per la tenuta emotiva del Paese: se chiudessimo noi, andremmo tutti incontro a grosse difficoltà”.

“L’enorme, incessante, lavoro di questi giorni ci spinge a non voler assumere decisioni unilaterali di chiusura, perché chiudere vuol dire interrompere dei servizi essenziali -aggiunge – Vogliamo invece lavorare a stretto contatto con le istituzioni, in primis il Governo e la Protezione Civile, per andare avanti garantendo il rispetto di tutte le indicazioni governative e per assicurare la maggiore sicurezza possibile alle nostre lavoratrici e ai nostri lavoratori”.

“Proprio per conciliare il diritto ai servizi essenziali dei cittadini con la tutela della salute dei lavoratori, abbiamo approntato a tempo di record soluzioni di smart working che per il nostro settore sono una rivoluzione copernicana – conclude il presidente – Se stiamo continuando a investire massicciamente in tecnologie e a trasformare radicalmente la nostra organizzazione con lo sviluppo dello smart working è perché noi per primi crediamo che nulla è più importante in questo momento che fare la propria parte affinché l’Italia isolata non sia anche un’Italia sola.”

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