“Il settore delle telecomunicazioni si trova di fronte a notevoli sfide e profondi cambiamenti e i dati del Rapporto sulla filiera delle telecomunicazioni 2023 lo confermano. In uno scenario di mercato in cui l’Europa registra dinamiche di crescita inferiori alle altre grandi aree mondiali, l’Italia segna un quadro particolarmente difficile come dimostra la diminuzione dei ricavi più significativa negli ultimi 12 anni”. Ha esordito così Laura Di Raimondo, direttore Generale di Asstel-Assotelecomunicazioni, intervenendo all’edizione di fine anno di Telco per l’Italia, tenutasi oggi a Roma.
Il mercato europeo delle Tlc e il “caso” italiano
“In Europa tutti i mercati presentano una riduzione dei ricavi – la Germania registra il calo minore (-5%), seguita da Francia (-14%), UK (-18%) e Spagna (-25%) – l’Italia è il Paese in cui si evidenzia la maggior contrazione di ricavi, perdendo il 35% del suo valore pari a quasi 15 miliardi di euro. Nel 2022 rispetto all’anno precedente, i ricavi degli Operatori Tlc in Italia sono diminuiti, del 3%, diminuisce anche il valore dei Cpex infrastrutturali, attestandosi nell’intorno dei 7 miliardi, pur mantenendo un’incidenza sui ricavi del 26%. L’effetto netto di questi andamenti è una riduzione del saldo di cassa, pari a 0,7 miliardi nel 2022 e che, considerando anche il pagamento della maxi-rata per le frequenze 5G (circa 4,5 miliardi di euro), diventa addirittura negativo. Tale indicatore evidenzia come la marginalità del settore sia assorbita dagli investimenti necessari allo sviluppo dell’infrastruttura e al supporto alla trasformazione digitale del Paese”,
Per Di Raimondo, del resto, il mercato italiano risente di alcuni fattori critici come il prezzo mediano più basso, rispetto agli Paesi, per l’acquisto di 1GB e il prezzo più basso per un abbonamento con connettività Ftth. “La filiera Tlc vede nel cloud, nella cybersecurity, nei data analytics, nell’AI e nei servizi industriali 5G le principali aree di sviluppo per l’offerta diretta di servizi digitali. Tuttavia, le dinamiche economiche ne stanno minando la sostenibilità. Queste sfide richiedono uno sviluppo incentrato sulla qualità dei servizi offerti, sull’innovazione dei processi e dei prodotti, nonché sulla crescita e l’aggiornamento delle competenze professionali delle persone impiegate nelle imprese della filiera e la capacità di attrarre i talenti. Il settore, quindi, è a un bivio e la trasformazione in atto richiede l’implementazione di nuovi modelli di organizzazione del lavoro, il rafforzamento e l’ampliamento delle competenze dei lavoratori, il coinvolgimento dei giovani in un’ottica di ricambio generazionale: sfide su cui sono impegnate le imprese Tlc”, ha detto Di Raimondo.
Gli strumenti al servizio della formazione di nuove competenze
“Insieme alle Organizzazioni sindacali, abbiamo individuato nel Fondo di Solidarietà per la Filiera Tlc una risposta per accompagnare le azioni di formazione, riqualificazione e riorganizzazione rese necessarie dai processi innovazione tecnologica e di trasformazione, rispetto al quale auspichiamo un supporto economico pubblico, aggiuntivo al finanziamento da parte di imprese e lavoratori, che ne acceleri la piena operatività soprattutto nella fase di avvio, dal 1° gennaio 2024, per il primo triennio. Altro aspetto cruciale per la filiera”, ha aggiunto, “è il Contratto di Espansione. Il mancato rifinanziamento di uno strumento che si è dimostrato valido anche in altri comparti rischia di rallentare il ricambio generazionale e i percorsi di aggiornamento delle competenze dei lavoratori delle Telco. Per questo occorre individuare le risorse che ne consentano una piena operatività non solo nell’immediato, ma che ne permettano una definizione strutturale. Inoltre, è altrettanto importante rafforzare e rendere più stabile il Fondo Nuove Competenze».
Di Raimondo ha chiuso il suo intervento sottolineando che “per la sostenibilità e lo sviluppo industriale della filiera sono fondamentali da un lato la sfida della trasformazione digitale, la costruzione delle competenze necessarie, accanto a nuove strategie di business, dall’altro la realizzazione di una nuova politica industriale dedicata per accompagnare le trasformazioni in atto e la modifica del quadro normativo per ridurre i costi e la burocrazia nonché per una rapida diffusione delle infrastrutture e dei nuovi servizi. Questa consapevolezza sta maturando anche a livello europeo, come emerge dalle più recenti iniziative comunitarie. Un’infrastruttura di telecomunicazioni all’avanguardia è un pilastro fondamentale per l’innovazione e la crescita del Paese”.