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Asstel: “Investire di più nella formazione permanente”

La direttrice Laura Di Raimondo: “Le nuove sfide del lavoro passano dalle competenze. Necessaria promozione della piena occupabilità dei giovani e delle donne”

Pubblicato il 19 Set 2022

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Formazione e competenze nuove sfide per il lavoro. La direttrice di Asstel, Laura Di Raimondo è intervenuta all’evento “Employability” organizzato da Intoo. “Crediamo nel valore strategico  del capitale umano e nello sviluppo dello stesso attraverso investimenti in formazione permanente e nuove competenze – ha esordito – L’unione di queste parole costituisce uno strumento indispensabile per raggiungere la piena occupabilità delle persone”.

“Da anni insistiamo sullo sviluppo delle competenze come elemento cruciale per creare nuovi servizi e modelli di business – ha poi continuato -. Le persone devono essere al centro dei progetti di crescita e sviluppo per generare valore e redistribuire valore. La Filiera Tlc ha investito 70 miliardi di euro negli ultimi 10 anni, di cui 7 solo nell’ultimo anno e le nostre imprese erogano nel 2022 una media di 9 giornate di formazione per ogni risorsa. Investiamo in programmi di upskilling e reskilling e, nel frattempo, attraiamo giovani talenti attraverso partnership con il mondo delle scuole, delle università e degli Its”.

“Infine, è prioritario proseguire la promozione e la valorizzare dell’occupazione delle donne con l’obiettivo di favorirne le condizioni per permettere il raggiungimento di una giusta parità di accesso al lavoro, di carriera e salariale. Per questo, siamo convinti che bisogna agire anche sull’implementazione delle politiche volte ad aumentare l’accesso femminile alle materie Stem”.

“E’ un tempo nuovo per il lavoro e, quindi, le nostre imprese oggi investono  su strumenti come lo Smart Working, che  puntano a definire modelli organizzativi caratterizzati da maggiore elasticità, capaci di generare valore per imprese e lavoratori, contribuendo al miglioramento dei risultati aziendali e della qualità della vita delle persone”.

Il nodo energia

Tra le preoccupazioni delle aziende della filiera delle Tlc anche quello del costo dell’energia. Nelle scorse settimane il presidente dell’associazione, Massimo Sarmi ha lanciato l’allarme.

“No a razionamenti. Piuttosto, prevedere misure specifiche per contenere i costi energetici”, ha detto Sarmi a Reuters. 

“Ci sono tanti buoni motivi oggettivi per considerarci quanto meno alla stregua di altri settori industriali manifatturieri, visto il ruolo strategico, anche se non siamo inseriti tra gli energivori – ha spiegato – La funzionalità dei servizi di comunicazione è caratterizzata dalla continuità. Altri consumatori di energia possono interrompere la loro funzionalità senza alcun danno per la pubblica utilità, mentre per noi qualsiasi forma di razionamento è impensabile in quanto infrastrutture critiche e funzionali all’erogazione di un servizio essenziale”.

Esenzione dagli oneri di sistema, estensione alle imprese tlc della messa a disposizione di quantitativi di energia da fonti rinnovabili a prezzo calmierato, crediti di imposta per la riduzione Iva ed incentivi per accelerare l’efficientamento delle infrastrutture: queste le misure indicate dall’associazione.

Secondo uno studio condotto dal Politecnico di Milano per Asstel, tenendo conto dell’intensità dell’investimento in efficienza pari a circa 230 milioni di euro nel 2021, il comparto degli operatori delle comunicazioni elettroniche si posiziona al terzo posto per consumo di energia, dopo vetro/ceramica e automotive. Circa metà del budget dedicato agli investimenti in efficienza energetica è stato destinato alle infrastrutture IT.

Il settore, pur non essendo classificato come energivoro, è ad elevato consumo di energia, con consumi complessivi quantificati per il 2021 pari a 4,3 Terawatt/ora, ben il 13% del totale nazionale. Più di due terzi delle aziende riportano consumi annuali fino a 500 Gigawatt/ora.

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