“Il dimezzamento della spesa relativa alle prestazioni di giustizia ordinate dalle Procure non può avvenire a discapito degli operatori telefonici che, per legge, sono obbligati a fornire linee per intercettazioni e tabulati”: questo l’allarme lanciato dall’Asstel secondo cui il taglio del 50% della spesa per le prestazioni di giustizia, previsto dalla norma contenuta nel Disegno di legge Riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, in corso di approvazione al Senato, “non è accettabile”.
Secondo l’associazione il provvedimento non solo non legato a un’effettiva riduzione dei costi aziendali – “ponendosi quindi in contrasto alla disciplina legislativa che ne impone il ristoro” ma “rischia di aggravare una situazione che è già molto difficile per una serie di ragioni”. In primo luogo – evidenzia l’associazione – “la perdurante mancata attuazione della normativa vigente in tema di prestazioni obbligatorie di giustizia determina che alcune prestazioni continuino a essere fornite a titolo gratuito, in particolare i cosiddetti tabulati di traffico, nonostante la legge, da diversi anni, abbia stabilito che ciò doveva avvenire soltanto provvisoriamente, in attesa del riassetto complessivo della materia”. A ciò si aggiunge – puntualizza sempre l’associazione – l’incremento nel tempo del numero di prestazioni richieste, l’elevato ammontare di crediti insoluti e persino la difficoltà di fatturare queste spese a causa della parcellizzazione delle procedure di fatturazione elettronica per le diverse Procure.
“Assotelecomunicazioni-Asstel auspica pertanto che il Governo intervenga nel passaggio al Senato, per porre le basi di una seria razionalizzazione della materia, al fine di assicurare la sostenibilità economica delle prestazioni richieste, tenuto conto degli standard di qualità e sicurezza connessi a questa delicata attività affidata agli operatori di telecomunicazioni”.