Asta frequenze, è tutto contro tutti. In Italia e in Europa.
Mentre le telco scendono sul piede di guerra contro la
“gara-salasso” al grido di “fate pagare anche le tv”, le
emittenti locali escono sbattendo la porta dal consorzio Dgtvi. E
intanto da Bruxelles il Commissario all’Agenda digitale Neelie
Kroes mette fretta ai ministri delle Tlc: “Meno tentennamenti, o
non si centra l’obiettivo del 2013”.
Alzano la voce Tiscali, Telecom Italia e H3g, contro il beauty
contest riservato ai broadcaster televisivi. Secondo Renato Soru,
numero uno di Tiscali, "è ora di dare le frequenze a tutti
gratis o a tutti a pagamento, ed è ora di realizzare la
convergenza tra rete mobile e rete fissa". Tra l'altro,
sottolinea Soru, la risposta secondo cui la tv è servizio pubblico
non è sensata perché, ha osservato, "molte tv non le guarda
nessuno". Senza dimenticare il problema risorse finanziarie:
"Io – ha rilevato – rappresento una società senza soldi, che
però non vuol dire senza opportunità e senza posti di
lavoro".
Sulla stessa linea d'onda il presidente di Telecom Italia,
Gabriele Galateri di Genola, che considera
"condivisibile" questo punto di vista: "Sul fatto
che le frequenze messe all'asta dovrebbero essere gratuite sono
d'accordo. Le frequenze – ha aggiunto – sono indispensabili per
gestire lo sviluppo e bisogna che l'asta si faccia. E'
comunque ovvio che meno si paga meglio è, al fine di realizzare
gli investimenti".
Intervenendo al convegno organizzato da Business International
sulla questione si è espresso anche Vincenzo Novari,
amministratore delegato di H3g: "Non si capisce perché per le
telecomunicazioni le frequenze sono a pagamento e per la tv, per
definizione, sono gratuite". Gli operatori di
telecomunicazioni si riferiscono all'asta per le frequenze Lte,
destinate al loro settore, da cui il Governo si aspetta di ricavare
2,4 miliardi mentre è atteso anche il beauty contest per
l'assegnazione ai gruppi televisivi di cinque multiplex in
digitale.
Che l'asta per le frequenze, sia un tema molto delicato è
stato evidenziato anche dal commissario dell'Autorità per le
Tlc, Stefano Mannoni, che ha definito l'impegno
"l'incombenza più terrificante" che è stata
assegnata all'organismo regolatore, anche perché, ha
sottolineato, "abbiamo 600 tv locali che godono di una
protezione feroce" e "il Tesoro vuole fare cassa, e
questo è sacrosanto". Secondo Mannoni, poi, "con
l'asta non si deve correre il rischio di riproporre squilibri
concorrenziali".
Ma le tv locali non sono dello stesso avviso di Agcom. Le 450
emittenti che fanno capo a Aeranti-Corallo e alla divisione
“locali” di Frt rompono con Dgtvi:: "Non rappresenta gli
interessi del comparto". E puntano il dito contro il vincolo,
contenuto nella Legge di stabilità (comma 10), che obbligando le
aziende a un’attività esclusivamente locale preclude loro la
possibilità di affittare capacità trasmissiva a operatori
nazionali. Una logica che, secondo le tv, corrisponde a una manovra
di accerchiamento contro il nuovo entrante Sky.
Anche il fronte europeo si scalda. In vista del Consiglio dei
ministri Tlc di domani il Commissario all'Agenda digitale mette
fretta agli Stati. “Non esitare nell'adozione di politiche
per la liberazione della banda 800Mhz, anche se si tratta di
operazioni difficili”. O non sarà possibile riallocarla alle Tlc
entro il 2013. “La commissione è convinta che la data del 2013
sia un obbiettivo necessario oltre che realistico – dice Kroes -.
Noi vogliamo incoraggiare tutte le azioni che potranno rimuovere
gli ostacoli al raggiungimento di questo obbiettivo”.