Asta frequenze tv, bando e disciplinare sono pronti, già al vaglio di Bruxelles per il via libera finale. Il ministro per lo Sviluppo Economico Flavio Zanonato e il viceministro con delega alle Tlc Antonio Catricalà spingono per organizzare al più presto la gara che dovrebbe mettere la parola fine alla procedura di infrazione. Il bando, ha detto lo scorso 6 giugno il viceministro Catricalà, sarà pronto entro fine mese.
Il Governo ha fretta di chiudere un tormentone, quello dell’ex beauty contest, che va avanti da troppo tempo. Però, c’è il pericolo concreto che l’Italia metta a gara frequenze a rischio interferenze con i paesi nostri vicini (Francia, Croazia, Slovenia e Albania).
Ma il coordinamento internazionale delle frequenze non decolla: alcune frequenze in banda Vhf che andranno all’asta non sono state coordinate con i nostri vicini. Tra l’altro, le coperture previste nel regolamento di gara messo a punto dall’Agcom, (Delibera 277/Cons) sono vincolate all’ipotesi di un rapido avvio (prima dell’asta) del coordinamento internazionale dello spettro radio. Un vero peccato perché il negoziato farebbe lievitare il valore delle risorse che andranno a gara, a tutto vantaggio dello Stato.
Le emittenti televisive sono in attesa di capire cosa succederà. In assenza di un coordinamento internazionale, alcune tv potrebbero decidere di non partecipare alla gara. A più riprese i paesi nostri vicini hanno richiamato l’Italia all’ordine, per garantire la coesistenza “cross border” senza interferenze di canali tv.
L’obbligo di armonizzazione internazionale dello spettro radio è sancito a livello globale dagli organismi internazionali che si occupano dello spettro radio, Itu e Cept in prima battuta, che decidono con regole mondiali e comunitarie le politiche di coordinamento internazionale per un uso armonico delle frequenze. A complicare il quadro dello spettro, la coesistenza di Tv e banda larga mobile sulle frequenze a 700 Mhz stabilita dall’Itu a partire dal 2015.