L’asta Lte scalda i motori e un nuovo outsider sta pensando
seriamente di entrare nell’arena accanto ai player tradizionali.
Secondo quanto risulta al Corriere delle Comunicazioni, anche
Linkem sta analizzando la possibilità di partecipare all’asta
Lte. L’operatore, già fortemente impegnato nella tecnologia
Wimax, starebbe spingendo sull’acceleratore, per allargare le sue
attività nel settore della telefonia mobile, un business in cui è
già attivo in maniera marginale.
L'interessamento di Linkem all'asta Lte è corroborato da
un’istanza inviata dall'azienda all’Agcom il 17 giugno
scorso. Nella missiva, Linkem chiedeva chiarimenti sugli obblighi
di copertura previsti dalla delibera 282/11/Cons sulle “Procedure
e regole per l’assegnazione e l’utilizzo delle frequenze
disponibili in banda 800, 1800, 2000 e 2600 MHz per sistemi
terrestri di comunicazione elettronica e sulle ulteriori norme per
favorire una effettiva concorrenza nell’uso delle altre frequenze
mobili a 900, 1800 e 2100 MHz”, pubblicata in Gazzetta Ufficiale
il 18 giugno.
Nell’istanza di Linkem, la società sostiene che, per analogia
con la possibilità di anticipare temporaneamente la copertura
delle aree incluse negli obblighi di copertura con la banda a 800
MHz, utilizzando frequenze diverse, richiesta avanzata da
Vodafone per tutelare gli investimenti effettuati nel progetto
Mille Comuni, allora tale opportunità dovrebbe essere concessa
anche agli aggiudicatari della banda a 2600 MHz, utilizzando in tal
caso la banda a 3500 MHz.
Istanze sugli obblighi di copertura sono state inviate,
relativamente all'asta, anche da Telecom Italia e da Vodafone.
Agcom ha elaborato le richieste di chiarimento in una deliberazione
(pubblicata in Gazzetta ufficiale il 2 luglio).