Il "Tesoro digitale", vale a dire i maggiori introiti
rispetto a quelli previsti arrivato dall'asta per le frequenze
– circa 1,5 miliardi – dovrebbe essere destinato allo sviluppo
dell'economia digitale. Questa la proposta che arriva
dall'ex ministro delle Comunicazioni, esponente del Pd, Paolo
Gentiloni. In un suo intervento pubblicato da Affari & Finanza,
Gentiloni indica due "grandi obiettivi: da un lato – scrive –
eliminare il digital divide che continua a discriminare famiglie e
imprese in una parte del nostro territorio; dall'altro
promuovere la domanda che ci vede ancora molto indietro".
Lo stesso successo dell'asta – che ha portato per le casse
dello stato entrate pari a circa 4 miliardi – secondo l'ex
ministro, testimonia la vitalità del settore: gli investimenti in
Ict per l'Italia potrebbero essere "Per Secondo Gentiloni
l'eliminazione del digital divide nei 60 principali distretti
industriali, come dimostra una ricerca di Confindustria, si
potrebbe fare a costi contenuti (100-150 mln).
Un punto con cui Gentiloni concorda con alcune associazioni dei
consumatori che nei giorni scorsi si sono espresse in questa
direzione: le risorse extra dell'asta dovrebbero essre
destinate al digital divide.
"Assai meno comprensibili – aggiunge Gentiloni – sono le
intenzioni attribuite al ministro Romani, di concentrare le
risorse – poche o tante che saranno – sulla società della
fibra".
"Che senso avrebbe – si chiede – l'investimento diretto di
due o trecento milioni da parte del governo? L'impatto su
un'opera da oltre 10 miliardi sarebbe men che trascurabile e
rischierebbe piuttosto di attirare sulla FiberCo gli strali
dell'Unione europea".