Una società delle rete già esiste e si chiama Infratel. Quindi le
risorse extra della gara per le frequenze, circa 770 milioni, vanno
destinate a colmare il digital divide e a spingere la domanda. Lo
ha sottolineato l'Ad di Telecom Italia, Marco
Patuano, al convegno Between di Capri, in merito alle
ipotesi di creare una società della rete destinando a questa
l'extragettito dell'asta 4G.
"Una società della rete già esiste e si chiama Infratel –
ha puntualizzato l’Ad – Farla senza guardare alla domanda è un
esercizio che può portare a minor risultato che partendo dalla
domanda. La rete e l'ultrarete servono nei distretti
industriali e la fibra deve essere al servizio dell'Lte, quindi
fibra per le antenne laddove si trovino nelle aree a fallimento di
mercato". "Così – ha concluso Patuano – sono soldi ben
spesi. Sul resto qualche dubbio mi resta, più di uno".
Con l’occasione il manager ha risposto anche alla richiesta di
Asati che hanno chiedevamo un aumento di capitale di 5 miliardi di
euro. ''Abbiamo una riserva di liquidità che ci permette
di non accedere ai mercati finanziari per oltre due anni – ha
sottolineato Patuano – C'è un programma commerciale e di
disciplina economica e finanziaria che ci porterà nelle nostre
previsioni, che confermiamo, a raggiungere i target
previsti''. ''Abbiamo – ha puntualizzato – una
generazione di free cash flow molto polverizzato, fatto da milioni
di volte 20 euro e questo è un punto di forza straordinario: il
rischio di liquidità è per noi molto sostenibile''.
Quindi, ha concluso, ''tecnicamente non abbiamo in questo
momento esigenze di accedere ai capitali: siamo molto rigorosi e
disciplinati''. Tornando ai programmi, Patuano ha comunque
ricordato che ''è necessario fare qualche piccola
correzione'' visto che l'asta per le frequenze si è
svolta nel 2011 – e non, come previsto, nel 2012 – ''ma non
ci sono grandi variazioni''.