At&t è a caccia di un nuovo direttore delle attività core: l’attuale direttore communications (che include Tlc fisse, mobili e digitali), John Donovan, ha deciso di lasciare l’azienda dal primo ottobre, aprendo un vuoto che la telco americana è impegnata a colmare il più velocemente possibile. Il ruolo è infatti secondo solo a quello del ceo Randall Stephenson e, secondo le indiscrezioni dei media Usa, tra i papabili a sostituire Donovan ci sono almeno due donne. Per At&t, un’azienda che vanta 134 anni di storia, sarebbe la prima volta che una posizione manageriale così alta viene assegnata a una donna.
Il nome che viene ritenuto più probabile è quello di Lori Lee, attualmente chief executive officer Latin America e global marketing officer di At&t. Ma nella rosa dei candidati ci sarebbe anche Susan Johnson, executive vice president of global connections and supply chain di At&t. In lizza, anche se ritenuti meno papabili, figurano anche John Stankey, da sempre in At&t e che oggi guida la divisione WarnerMedia, e Thaddeus Arroyo, ceo di At&t Business. In linea con la tradizione, At&t sceglierebbe ancora una volta un candidato interno. Le due manager Lee e Johnson sono in azienda da oltre 20 anni.
Chiunque verrà scelto per sostituire l’uscente Donovan si troverà a guidare l’attività di maggior peso di At&t, quella che ancora rappresenta di gran lunga il core business della telco americana: le tlc convergenti, che includono comunicazioni fisse e mobili, banda larga, Tv. E dovrà guidare l’impegno nel 5G, l’espansione di reti e servizi e la profittabilità delle comunicazioni wireless di ultima generazione. La divisione communications ha generato il 77% dei ricavi e l’84% degli utili totali di At&t nell’ultimo trimestre, ma il business del mobile è in frenata, mentre la divisione Tv ha perso un numero record di abbonati (2,3 milioni) nel giro di un anno.
A dicembre scorso At&t (come la concorrente Verizon) ha lanciato i primi servizi 5G negli Stati Uniti, in un numero selezionato di città che sta gradualmente ampliando e usando la tecnologia del fixed wireless access. La corsa ai servizi di nuova generazione pesa però sui conti di tutte le grandi telco Usa.
Nella trimestrale presentata a fine luglio (relativa al secondo trimestre 2019) At&t ha riportato Eps di 0,89 dollari, in linea con le attese ma in flessione rispetto a un anno prima (0,91 dollari), e ricavi di 45 miliardi, in linea con le aspettative e in crescita del 15,3%. La telco ha completato l’acquisizione del gruppo dei media Time Warner, costata 85 miliardi e che grava sul debito.