At&t, fine del “senza limiti” anche per il broadband fisso

Secondo gli analisti gli operatori del cavo seguiranno presto l’esempio dell’americana. Ma avvertono: si rischia di frenare la crescita dell’Internet video e della tv over-the-top

Pubblicato il 15 Mar 2011

Un tetto all’utilizzo della banda larga fissa: dopo aver
decretato la fine dei piani "senza limiti" per i dati su
wireless, il colosso americano delle telecomunicazioni At&t si
appresta a introdurre delle restrinzione anche per i clienti del
broadband fisso, spostandosi con maggior decisione verso piani
tariffari a consumo ma, scrive il Financial Times oggi, rischiando
anche di rallentare la crescita dell’Internet video e di
convincere i consumatori che non è ancora il momento di
abbandonare l'abbonamento alla tv tradizionale a favore delle
offerte over-the-top.

At&t non è l’unica telco americana ad aver scelto i piani a
consumo per il fisso: la sua mossa segue quella di altri fornitori
di banda larga tra cui Comcast, il più grande operatore della tv
via cavo degli Stati Uniti, che ha imposto tetti all’utilizzo del
suo servizio broadband fin dal 2008, anche se non li fa quasi mai
rispettare.

At&t probabilmente sarà più esigente. Dall'inizio di maggio,
i suoi clienti attuali del Dsl avranno un massimo di 150 GB
(gigabyte) mensili da sfruttare, mentre i clienti della rete in
fibra ottica U-verse di At&t potranno scaricare fino a 250 gigabyte
di dati. Chi supera i limiti mensili tre o più volte dovrà pagare
10 dollari per ogni 50 GB aggiuntivi.

“Solo il video può determinare l’uso di tanti gigabyte”,
sottolinea Craig Moffett di Sanford C. Bernstein in una nota ai
clienti. Pur rilevando che il limite imposto non è basso e non
impatterà su molti clienti (il 2% della sua base attuale, stima
At&t), l'analista ritiene tuttavia che si tratti di "una
decisione dalle conseguenze importanti".

At&t ha già introdotto i tetti all’utilizzo dei dati per il
proprio servizio wireless. L'anno scorso, l'azienda ha
eliminato il piano dati senza limiti per gli smartphone e ha
iniziato a offrire diverse fasce di prezzo a seconda
dell’utilizzo: 25 dollari al mese per 2Gb o 15 dollari al mese
per 250Mb (Megabyte). I clienti che superano i limiti pagano per i
byte in più scaricati.

Secondo Moffett gli operatori via cavo, che rappresentano la
maggior parte delle connessioni su banda larga negli Stati Uniti,
seguiranno l’esempio di At&t e introdurranno piani tariffari che
fissano limiti di download, almeno per gli utenti di fascia bassa;
gli utenti premium potrebbero avere ancora delle opzioni senza
limiti, ma pagando di più.

Le famiglie americane guardano una media di 157 ore di video ogni
mese e ogni ora di video a definizione standard rappresenta circa 1
GB di trasferimento dati, mentre il video ad alta definizione
consuma più o meno il doppio della banda. Moffett ritiene che la
soglia fissata da At&t sia ancora abbastanza alta da spingere i
consumatori a guardare molti video online, ma non sufficiente da
incoraggiare coloro che intendono sostituire alla vecchia tv
lineare il video online "over-the-top". "Le
decisioni che gli operatori prendono per tutelare i propri guadagni
hanno vaste implicazioni”, afferma Moffett. “Tariffe basate
sull’utilizzo incidono non solo sulle entrate degli operatori ma
anche sulla domanda degli utenti finali”.

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