AT&T continua a guardare all’Europa nonostante le smentite sull’acquisizione di Vodafone. “La nostra visione sull’Europa non è cambiata affatto”, ha affermato l’amministratore delegato Randall Stephenson, ribadendo, nel corso di una conference call sui conti del 4° trimestre, l’intenzione del colosso della telefonia americano di investire nel Vecchio Continente per cogliere opportunità già presenti sul mercato in particolare nel segmento del traffico dati.
Gli analisti hanno ovviamente chiesto lumi su Vodafone e gli ultimi sviluppi di un’operazione di acquisizione da tempo oggetto di indiscrezioni. AT&T ha comunicato su richiesta del Takeover Panel, la commissione incaricata nel Regno Unito di verificare operazioni di M&A, di non avere intenzione di presentare un’offerta per il colosso guidato da Vittorio Colao. Tuttavia Stephenson ha sottolineando che l’iniziativa dell’autorità antitrust, determinata dalle indiscrezioni della stampa britannica su un accordo già raggiunto tra le due aziende, “è stata solo una richiesta tecnica”.
‘ipotesi di un interesse di At&t per Vodafone era stata alimentata tempo fa anche dalle dichiarazioni del Ceo Randall Stephenson che aveva indicato che c’è “un’enorme opportunità” di investimento nella banda larga mobile in Europa.
Vodafone è il secondo maggiore operatore mobile del mondo, attivo in Europa, India e Africa. Sta cedendo la propria partecipazione nell’operatore americanoUk Verizon Wireless al partner Verizon Communications per 130 miliardi di dollari. Gli analisti ipotizzano che la vendita della divisione Usa, che dovrebbe essere completata il mese prossimo, renda Vodafone più aperta ad essere oggetto di takeover.
Tuttavia, in base al regolamento britannico sulle acquisizioni (Uk Takeover Code) non sarà possibile per At&t fare un’offerta per Vodafone nei prossimi sei mesi. Con le dovute eccezioni: At&t ha fatto sapere che si riserva il diritto di lanciare una propria offerta o di partecipare a un’offerta congiunta nei prossimi sei mesi in base alle eccezioni consentite dallo stesso regolamento britannico sui takeover; l’eccezione si potrebbe presentare per esempio se il cda di Vodafone acconsente a tale proposta o a un’offerta da un eventuale terzo soggetto interessato all’acquisizione.
L’ipotesi del takeover non è dunque del tutto esclusa, ma le smentite di oggi di At&t non sono piaciute al mercato: Vodafone è arrivata a perdere oltre il 6% in Borsa dopo che la telco statunitense ha escluso per il momento un’offerta per il gruppo britannico.
La conference call è stata inoltre l’occasione per i vertici dell’azienda di illustrare i risultati del quarto trimestre, chiuso con il ritorno all’utile grazie sia alla crescita della base clienti nella telefonia mobile che alla contabilizzazione di una plusvalenza di 7,6 miliardi di dollari legata alla rivalutazione dei piani pensionistici.
Il colosso delle telecomunicazioni americano ha messo a segno un utile netto di 6,9 miliardi di dollari (1,31 dollari per azione), a fronte della perdita di 3,86 miliardi (0,68 dollari per azione) registrata un anno fa. Al netto di oneri e voci straordinarie, l’Eps si è attestato a 0,53 dollari. I ricavi sono invece aumentati dell’1,8% a 33,06 miliardi in scia ad un aumento degli abbonati di telefonia mobile.
La società ha infatti aggiunto alla sua base clienti 566mila nuovi abbonati, a fronte dei 780mila di un anno fa e dei 363mila del terzo trimestre. I grandi concorrenti Verizon e T-Mobile Usa sono però riusciti a conquistare un maggior numero di clienti nel trimestre a dimostrazione dell’intensificazione della concorrenza nel settore della telefonia mobile statunitense. Verizon ha infatti aggiunto 1,6 milioni di abbonati alla sua base e la controllata di Deutsche Telekom 800 mila.
AT&T è comunque riuscita a battere le attese degli analisti interpellati da Thomson Reuters, che avevano preventivato un utile per azione di 0,5 dollari su un fatturato di 33,16 miliardi.
Per il 2014 la societa’ prevede inoltre una crescita dei ricavi tra il 2% e il 3%, mentre l’utile per azione rettificato e’ atteso in aumento di circa il 5%. Gli analisti hanno pero’ messo in preventivo un incremento dei ricavi del 2% e dell’Eps dell’8% circa