STRATEGIE

At&t si piega all’antitrust Salta il deal con T-Mobile

La telco americana dovrà pagare a Deutsche Telekom la break-up fee di 4 miliardi di dollari e esplorare altri modi di acquisire spettro e risolvere i problemi di capacità

Pubblicato il 20 Dic 2011

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At&t rinuncia. L’opposizione del dipartimento di Giustizia statunitense e della Federal communications commission ha spinto la telco ad abbandonare il previsto merger con T-Mobile Usa, un’operazione da 39 miliardi di dollari che avrebbe dato vita al primo carrier mobile americano per numero di abbonati (130 milioni complessivamente) e creato anche una pericolosa concentrazione del mercato wireless (il 75% si sarebbe trovato nelle mani di At&t e Verizon), come temuto dai regolatori e dall’amministrazione Obama.

Il Ceo di At&t Randall Stephenson e il numero uno di Deutsche Telekom Rene Obermann hanno dovuto piegarsi e riconoscere che i costi della battaglia legale per difendere e mandare avanti l’accordo erano troppo alti. “Le due aziende non hanno calcolato nella giusta misura i rischi e l’opposizione del regolatore”, commenta Kevin Smithen, analista di Macquarie Capital Usa.

Il fallimento della transazione viene interpretato dagli osservatori come una grave sconfitta per At&t e il suo top management, che puntava sul deal per acquisire nuove frequenze, necessarie a supportare l’espansione del traffico dati su smartphone e tablet. Inoltre, costerà al colosso Usa 4 miliardi di dollari nel quarto trimestre: a tanto ammonta la break-up fee dovuta a Deutsche Telekom. Si tratta di 3 miliardi cash più spettro per il valore di un miliardo. At&t e T-Mobile entreranno in un accordo di roaming per il 3G e il T-Mobile Usa ha detto che questo, più lo spettro che otterrà come compenso per la rottura dell’accordo, la aiuterà a estendere i suoi servizi sul mercato americano, portandoli a 280 milioni di utenti (contro i 230 milioni raggiunti oggi).

Ciò non toglie che restino diversi interrogativi aperti per Deutsche Telekom, che desiderava uscire dal mercato americano e che ora deve cercare delle alternative. Per il Financial Times, la telco tedesca potrebbe alla fine vendere la filiale Usa, oppure fonderla in un merger o una joint venture con un concorrente. Gli executive di DT hanno indicato in passato di poter gestire T-Mobile Usa ancora per un anno mantenendo lo status quo; dopodiché saranno necessari forti investimenti in infrastrutture di nuova generazione.

Quanto a At&t, che aveva annunciato la proposta di acquisto di T-Mobile Usa a marzo, il suo management imputa il fallimento dell’accordo alle “azioni intraprese della Fcc e dal dipartimento di Giustizia” e sostiene che tali azioni “non cambiano la realtà dell’industria mobile americana, che è una delle più competitive del mondo, con una crescente fame di spettro che va affrontata immediatamente”. “La fusione tra At&t e T-Mobile Usa avrebbe offerto una soluzione temporanea a questa carenza di spettro”, sostiene la telco americana. “In assenza di misure che risolvano l’emergenza, i clienti verranno danneggiati e i necessari investimenti saranno scoraggiati”.

Il fallimento del deal potrebbe costare a At&t più della break-up fee. Secondo Smithen, la telco potrebbe trovarsi costretta a abbassare le previsioni di utili per il 2012 a causa delle spese di capitale o acquisizioni che dovrà affrontare per espandere la sua capacità. “La compagnia riporterà i risultati finanziari il prossimo mese e temiamo che dovrà rivedere utili e stime per il 2012”, afferma l’analista.

Senza T-Mobile Usa, il secondo maggiore mobile carrier americano ha un ventaglio ridotto di opzioni strategiche per minare la leadership di Verizon Wireless, aggiunge Bloomberg. Per far fronte al boom di utilizzo dei dati in mobilità, At&t dovrà cercare di comprare spettro da altre società e aspettare nuove aste del governo americano. Si tratta in ogni caso di opzioni che comportano rischi e spese e che richiedono tempo, nota Colby Synesael, analista di Cowen & Co. a New York. “Senza il deal con T-Mobile, sarà più difficile per At&t”, afferma. “Non ha una soluzione pronta ai suoi problemi di capacità”.

Naturalmente le telco rivali hanno accolto con soddisfazione l’abbandono dell’operazione da parte di At&t e Deutsche Telekom. L’opposizione dei competitor si era fatta sentire con forza fin dall’annuncio del deal a marzo. Sprint Nextel ha addirittura mosso causa contro l’accordo e oggi commenta: “Ci siamo sempre schierati a fianco dei consumatori sostenendo che la fusione tra At&t e T-Mobile Usa avrebbe creato un duopolio, fatto aumentare i prezzi, ostacolato l’innovazione e ridotto la scelta sul mercato”.

Una posizione che il dipartimento di Giustizia ha condiviso: “Oggi hanno vinto i consumatori”, ha dichiarato il portavoce della divisione antitrust del Justice department. “Se At&t avesse acquisito T-Mobile, i consumatori sul mercato mobile avrebbero visto alzarsi i prezzi e ridursi l’innovazione. Abbiamo fatto causa contro l’accordo per proteggere i consumatori che fanno affidamento sulla concorrenza in questa industria così importante. Con la rinuncia da parte delle due telco, abbiamo centrato il nostro obiettivo”.

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