I due candidati alla casa Bianca non intervengono direttamente sulla mega fusione annunciata tra At&t e Time Warner, ma dai loro staff emerge con chiarezza preoccupazione per le conseguenze dell’operazione da 85,4 miliardi di dollari che porterebbe nelle disponibilità dell’operatore Tlc colossi come la catena televisiva Cnn, gli studios cinematografici Warner Bros e la casa di produzione di contenuti Hbo. In un’operazione che si presenta come la quinta maggiore fusione nella storia dei media e delle telecomunicazioni.
A rompere gli indugi è stato il portavoce della candidata democratica, che ha sottolineato come il merger annunciato “pone numerose questioni e preoccupazioni. Molte informazioni dovranno essere date prima che l’affare si concluda – ha detto – Certamente le autorità di controllo dovranno esaminarlo con attenzione”. Più netta la posizione del comitato elettorale del candidato repubblicano: ”Donald Trump – annuncia una nota dello staff del candidato repubblicano – romperà i nuovi oligopoli dei media che hanno conquistato un enorme controllo sull’informazione. Non approverà mai questa intesa“.
La fusione tra At&t e time Warner era stata annunciata dalle due società con un comunicato congiunto, e ha una portata enorme sul mercato dei media statunitense: se si realizzasse, infatti, favorirebbe la nascita di un colosso globale dei media. Tra le voci preoccupare nelle ultime ore è emerso il commento di un ex candidato alla Casa Bianca, Bernie Sanders, che con dopo le primarie del partito Democratico ha lasciato campo libero a Hillary Clinton: “Questo accordo – ha detto – si tradurrà in prezzi più alti e meno scelta per i clienti”.
At&t dal canto suo inizia a dare i primi chiarimenti rispetto alle criticità emerse dall’annuncio dell’intesa. Per farlo scende in campo direttamente il Ceo, Randall Stephenson, che sottolinea come Time Warner continuerà a operare come opera oggi, e Cnn resterà completamente indipendente dal punto di vista editoriale. Il Senato Usa intanto ha già annunciato un’audizione, che dovrà tenersi entro la fine dell’anno.
Dal canto loro At&t e Time Warner si dicono fiduciose, e ritengono che non ci siano le basi per bloccare la fusione.
Nell’accordo per il merger, già apporovato dai consigli d’amministrazione delle due società, At&t si è impegnata ad acquisire Time Warner per 107,5 dollari per azione, parte in contanti e parte in titoli, per un valore di 85,4 miliardi di dollari, che sale a 108,7 miliardi incluso il debito. Per portare a termine l’acquisizione At&t si è assicurata una linea di credito da 40 miliardi di dollari, che secondo indiscrezioni proverrebbero da JPMorgan (25 miliardi) e Bank of America (15 miliardi).
In una conference call con i media subito dopo l’annuncio ufficiale dell’operazione, gli amministratori delegati di Time Warner, Jeff Bewkes e di AT&T, Randall Stephenson, hanno detto che la trattativa andava avanti da agosto. “Abbiamo una visione molto simile del mondo – ha detto Stephenson – questo accordo è la perfetta unione di due società che hanno forze complementari e che possono portare un nuovo approccio nell’industria dei media e della comunicazione per i consumatori, i creatori di contenuti e gli inserzionisti”.
Se l’operazione andasse a buon fine il nuovo gruppo sarebbe un rivale di primissimo piano di Comcast, che possiede il principale concorrente di Time Warner, NBCUniversal, e rappresenta una minaccia anche per i colossi dei servizi on line di vendita e enterteinment come Amazon e Netflix. L’accordo rafforzerebbe inoltre At&t nei confronti del concorrente Verizon, proprietario di Aol e in predicato per l’acquisto di Yahoo.