L'attacco alle reti It del più grande gruppo mondiale della
difesa e primo fornitore del Pentagono, la Lockheed Martin, colpita
dai pirati informatici il 21 maggio, spinge le agenzie federali Usa
a intervenire in prima persona per valutare i danni e scongiurare
ulteriori rischi. Il dipartimento della Sicurezza nazionale
(Homeland security) ha fatto sapere di essere "a conoscenza
dell’incidente e dell'impatto” sulla Lockheed e, insieme al
dipartimento della Difesa, si è offerto di aiutare a
“determinare la portata dell’episodio e a realizzare
un’analisi dei dati disponibili allo scopo di fornire
raccomandazioni per limitare ulteriori rischi”, come dichiarato
da Chris Ortman, portavoce dell’agenzia.
L’impatto sulle forze militari “è minimo e non ci aspettiamo
alcuna conseguenza”, ha fatto sapere da parte sua il tenente
colonnello April Cunningham, portavoce dell’Esercito
americano.
Il colosso della difesa Usa, con sede a Bethesda, nel Maryland, ha
ammesso, dopo le prime notizie trapelate tramite l'agenzia
Reuters, che il “significativo e tenace" cyber-attacco che
ha colpito l’azienda il 21 maggio è stato solo l'ultimo in
ordine di tempo di una lunga serie. "Il fatto è che nella
nuova realtà dominata da Internet siamo stati frequentemente
attaccati da avversari da tutte le parti del mondo", ha
spiegato Sondra Barbour, responsabile della comunicazione della
Lockheed-Martin in una nota agli impiegati. L’attacco, ha però
aggiunto l’azienda, è stato individuato “quasi
immediatamente” e nessun dato dei clienti, programmi o dipendenti
è stato compromesso o perduto. “Il danno è minimo”, ha
confermato il portavoce della Casa Bianca Jay Carney.
L’intrusione riportata coinvolgerebbe, secondo il New York Times,
l’utilizzo dei token SecurID di Rsa, filiale della Emc, impiegati
dai dipendenti della Lockheed per accedere da remoto alla rete
aziendale. Il sistema era già stato oggetto di attacco a marzo e
infatti la Rsa aveva innalzato le barriere di protezione per i suoi
clienti, Lockheed compresa, ma, evidentemente, non ancora a
sufficienza per i potenti mezzi dei pirati informatici.