At&t sta facendo di tutto per provare alle autorità antitrust
americane che il suo merger con T-Mobile Usa non danneggia il
mercato, ma se non riuscirà a convincere i regolatori potrebbe
essere costretta a ripiegare su un altro tipo di accordo con
l’operatore controllato da Deutsche Telekom molto meno
vantaggioso: una partnership a livello di reti.
Meno attraente del merger, la network partnership avrebbe il
vantaggio di mettere a tacere le preoccupazioni del regolatore e
riuscirebbe comunque a dare alle due telco nuova capacità per
supportare i servizi di ultra-banda larga mobile.
"T-Mobile Usa ed At&t stanno lavorando per capire quali
sinergie possono creare a livello di rete. Ovviamente il merger è
la soluzione migliore”, ha commentato all’agenzia Reuters
l’analista di Roe Equity Research, Kevin Roe.
Ma il dipartimento di Giustizia ha intentato causa il 31 agosto
contro la proposta di merger, preoccupato dai possibili danni alla
concorrenza e ai consumatori: At&t più T-Mobile Usa diverrebbero
il primo carrier mobile americano e solo tre operatori
controllerebbero il 90% del mercato wireless.
Le fonti vicine alle trattative tra le due telco e il dipartimento
di Giustizia indicano che non ci sono buone probabilità che At&t e
T-Mobile Usa raggiungano un accordo con le autorità e che si
dovranno attendere le udienze in tribunale. Probabilmente il deal
dovrà essere profondamente modificato per soddisfare le richieste
del ministero.
Secondo Reuters, At&t si sta muovendo su due piani: da un lato si
prepara a difendere la validità del merger in corte, dall’altro
sta cercando di rivederne le condizioni per renderlo più
accettabile alle autorità. Deutsche Telekom sarebbe
particolarmente motivata a far andare avanti l’accordo perché
desiderosa di uscire dal mercato americano. Senza un piano
alternativo, sarebbe costretta a restare e investire molti miliardi
di dollari per rendere T-Mobile Usa più competitiva. Senza contare
che la telco tedesca vuole i soldi del deal per pagare parte del
suo debito (che ammonta a 42 miliardi di euro) e per investire di
più in Europa.
"La situazione è complicata", commenta Will Power,
analista di Robert W. Baird & Co. Secondo Walter Piecyk di Btig,
tra le diverse opzioni sul tavolo la più probabile è proprio un
accordo di network sharing tra Deutsche Telekom ed At&t, anche se
meno conveniente dal punto di vista finanziario per l’americana.
Da parte sua, Deutsche Telekom deve mostrarsi diligente e convinta
nel sostegno al deal, perché solo così potrà eventualmente
mettere le mani sulla break-up fee, del valore stimato di 6
miliardi di dollari, non solo in cash ma anche in spettro, che le
spetta se la fusione non viene approvata dalle autorità. Si tratta
però solo di un premio di consolazione: Deutsche Telekom avrebbe
un po’ di respiro nel breve termine ma non risolverebbe i suoi
problemi finanziari.