Australia, giro di vite contro la pirateria online

Una sentenza del Tribunale federale allarga i poteri dei titolari dei diritti d’autore: potranno costringere gli Isp a staccare la connessione Internet a chi è recidivo nei download illegali

Pubblicato il 04 Mar 2011

L’Australia fa sul serio nella lotta alla pirateria su Internet:
chi sarà sorpreso a scaricare illegalmente musica o film dalla
Rete potrebbe vedersi tagliare la connessione dal proprio Isp. E
visto che l'industria cinematografica sostiene che un cittadino
australiano su tre ha commesso il furto di film online, e che la
pirateria nel complesso è costata all’economia 1,37 miliardi di
dollari negli ultimi 12 mesi, molte famiglie rischiano di rimanere
senza Internet.

Il giro di vite contro i download illegali è il temuto (per i
consumatori) effetto di una sentenza del Tribunale federale
australiano, che, se da un lato ha respinto l'appello
presentato contro l’Isp iiNet dai principali studios
cinematografici, ha tuttavia reso più facile per i titolari dei
diritti d'autore di inasprire gli avvisi di “violazione di
copyright” che inviano agli Isp. Di fatto questi ultimi
potrebbero finire con l'essere costretti ad agire contro i
recidivi inasprendo gli avvertimenti e interrompendo alla fine la
connessione Internet. Le case cinematografiche, infatti,
rappresentate nella causa dalla Australian federation against
copyright theft (Afacr), hanno sostenuto che l'Isp
"autorizza" la violazione del copyright da parte dei suoi
utenti se non fa nulla per impedirla.

Il giudice, pur scagionando nel caso specifico iiNet, ha dato
valore a questo punto di vista lasciando aperta la possibilità
che, in circostanze diverse, l’Isp possa essere considerato
responsabile di aver autorizzato le violazione dei suoi utenti.
“La sentenza dà più potere ai detentori dei diritti di
intervenire sugli Isp con una serie di avvisi che di fatto li
obbligheranno a inasprire gli avvertimenti a chi fa download
illegale o addirittura a chiudere gli account dei trasgressori
recidivi", afferma John Fairbairn, avvocato specializzato in
proprietà intellettuale presso lo studio Clayton Utz.

"La sentenza indica in quali circostanze l’Isp è da
considerarsi responsabile di aver autorizzato la violazione di
copyright”, afferma Campbell Thompson, avvocato specializzato in
proprietà intellettuale dello studio Freehills. “I detentori dei
diritti possono essere piuttosto soddisfatti”.

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