E’ sempre più vicina la realizzazione del controverso progetto
australiano per la rete broadband gestita dallo Stato, ora che il
Senato ha dato il via libera alla legge, proposta nei giorni
scorsi, che chiede all’incumbent Telstra di separare la rete
retail da quella wholesale per favorire la libera concorrenza sul
mercato.
Come riportato anche dal sito del Corriere delle Comunicazioni, la
legge pro-concorrenza è alla base di un accordo non vincolante da
11 miliardi di dollari raggiunto dal governo con Telstra, ex
monopolio di Stato e tuttora la maggiore telecom australiana,
secondo cui l’azienda contribuirà alla realizzazione della rete
per la connessione a Internet super-veloce.
Il governo a sua
volta risarcirà Telstra per lo “spegnimento” di parte della
sua rete in rame esistente man mano che viene realizzata la nuova
rete in fibra ottica – un obbligo inteso a evitare che
l’incumbent abbia un vantaggio schiacciate sui concorrenti.
Il Ceo di Telstra, David Thodey, ha dichiarato che cercherà di
finalizzare l’accordo entro il 20 dicembre, così da mandarlo in
revisione al regolatore e agli azionisti. Thodey ha riferito in
un’intevista al Dow Jones Newswires che Telstra intende usare
parte del denaro che otterrà come risarcimento dal governo per
ridurre il suo debito e finanziare possibili acquisizioni.
L’azienda è anche aperta a operazioni di share buyback.
In base alla legge pro-concorrenza approvata venerdì dal Senato
australiano, Telstra dovrà dividersi in due separati network per
il retail e l’ingrosso, cosicché la sua divisione retail non
ottenga condizioni più vantaggiose rispetto ai concorrenti che
pagano per usare la sua rete.
La stampa australiana commenta che
il sì del Senato mette in cassaforte il passaggio della legge alla
Camera dei rappresentanti, tuttavia il governo Laburista di
minoranza del premier Julia Gillard è costretto ad assicurarsi
l’appoggio dei partiti più piccoli e indipendenti ogni volta che
vuole approvare una legge e proprio oggi il Senatore indipendente
Nick Xenophon ha sollevato un possibile ostacolo affermando che gli
accordi sull’accesso danno ancora troppo potere a Telstra.
"Questa rete finanziata con il denaro pubblico deve essere
veramente equa e concorrenziale per avere il mio sostegno, ma a me
sembra che con questa legge Telstra e le grandi telco abbiano
garantito un accesso meno caro rispetto ai player più piccoli e
questo non è accettabile”, ha detto Xenophon.