La rete Internet ultraveloce australiana, che il governo sta
progettando nella forma di network gestito dallo Stato, suscitando
un nutrito coro di critiche, ha superato il primo ostacolo alla sua
realizzazione: la Camera australiana ha approvato un pacchetto
legislativo disegnato per stimolare la concorrenza sul mercato
delle telecomunicazioni, primo passo per far avanzare il progetto.
Il pacchetto di norme dovrà ora ottenere il disco verde del Senato
per diventare legge a tutti gli effetti.
Il disegno di legge "a stimolo della competizione sul mercato
telecom" serve a completare un accordo non vincolante da 11
miliardi di dollari australiani raggiunto a giugno con la maggiore
telco del Paese, Telstra, che dovrà aiutare a costruire il
network. La rete, una delle grandi promesse elettorali del governo
Laburista (centro-sinistra) del primo ministro Julia Gillard, ha un
costo di 43 miliardi di dollari australiani (42 miliardi di dollari
Usa).
Il chief executive di Telstra David Thodey vorrebbe finalizzare
l’accordo entro il 20 dicembre, di modo che sia poi sottoposto
all’approvazione degli azionisti dell’azienda e
dell’antitrust australiano. La vicina scadenza su cui preme
Thodey sottolinea l’urgenza per il governo di ottenere il
consenso dell’intero parlamento e far approvare la legge
pro-concorrenza entro la fine del mese (in Australia è estate e il
25 novembre inizia un periodo di vacanza).
Il ministro delle Comunicazioni Stephen Conroy ha affermato che la
legislazione è "cruciale" per assicurare che l’accordo
con Telstra vada avanti. Serve a far sì che la telco non usi la
sua infrastruttura esistente per competere in modo sleale con gli
altri operatori sulla nuova rete, mettendo a rischio il progetto
per la banda larga prima ancora che venga avviato.
In base all’accordo, Telstra smetterà di usare parti del suo
network in rame man mano che avviene il roll-out di ciascun miglio
di rete in fibra ottica. All’azienda verrà chiesto una
separazionestrutturale della rete (retail e all'ingrosso),
cosicché la sua divisione retail non ottenga condizioni migliori
rispetto agli operatori rivali che pagano per usare la sua
infrastruttura di rete.
"Ogni giorno di ritardo sull’avanzamento della legge vuol
dire prezzi più alti, meno scelta e meno servizi innovativi per
consumatori e piccole imprese”, afferma Conroy.
Il boom dell’economia australiana, spinto dalla ricchezza di
materie prime e risorse minerarie, è frenato dalla mancanza di
sviluppo dell’infrastruttura It. Il Paese si colloca al 16mo
posto tra le nazioni dell’Oecd per penetrazione di Internet
ultra-veloce. E’ anche tra i Paesi più cari del gruppo per i
servizi di comunicazione, specialmente il mobile broadband.
Il governo della Gillard ha dichiarato che il suo ambizioso
programma è portare l’infrastruttura Ict del Paese nel 21mo
secolo, offrendo velocità di connessione Internet fino a 1 Gigabit
al secondo e fornendo servizi a valore aggiunto, tra cui
applicazioni per l’e-health e l’e-learning nelle comunità
remote.
Il fatto però che il nuovo network sarà gestito dallo Stato ha
suscitato un’accesa controversia e l’organizzazione per la
cooperazione e lo sviluppo economico (Oecd) ha chiesto un più
attento scrutinio del progetto, perché potrebbe ripristinare un
monopolio pubblico sul mercato telecom e frenare lo sviluppo di
tecnologie rivali. Malcolm Turnbull, portavoce per le comunicazioni
dell’opposizione Liberal-nazionale (che riunisce i partiti di
centro-destra) ha proposto una legge diversa che commissiona
un’indagine indipendente sulla rete da parte dell’authority
australiana che vigila sulla produttività.