“Chi ha paura della banda larga, forse le televisioni?”. Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil solleva un dubbio, che dietro alla fatica a decollare della banda larga in Italia ”ci sia l’interesse di poteri forti a mantenere lo status quo, mentre lo sviluppo della banda larga cambierebbe il sistema delle tlc e delle televisioni”. Queste considerazioni Azzola le ha presentate anche al Congresso provinciale della Slc-Cgil di Milano e con Cisl e Uil sta preparando una lettera con cui chiedere al presidente Giorgio Napolitano di intervenire ”per non perdere un’altra occasione”.
”Che la banda larga sia una priorità per il Paese devono averlo capito tutti, non è un’intuizione del sindacato – sottolinea all’Ansa Azzola – Il commissario Francesco Caio dice che l’Italia non solo non sarà in grado di raggiungere l’obiettivo dell’Agenda Digitale Europea di offrire al 100% della popolazione 30 Mega ma sull’obiettivo di portare al 50% della popolazione i 100 mega entro il 2020 non c’è nemmeno un progetto”.
”Non è spiegabile se non pensando che qualcuno abbia un interesse, e visto che su banda larga potrebbero andare anche le televisioni…chi potrebbe avere un interesse? Forse i big come Rai e Mediaset” ma, ripete Azzola, è solo una considerazione, non ci sono prove e non se ne possono avere. ”Chiederemo però a Napolitano di intervenire per non perdere un’ennesima occasione, non abbiamo cavalcato la tv via cavo e ora rischiamo di perdere anche la banda larga”, conclude il sindacalista. La Cgil, con Cisl e Uil, sta ragionando per formalizzare la lettera al presidente della Repubblica tra oggi e lunedì con la quale intendono chiedere a Napolitano, ”di farsi parte attiva con la politica”.
Secondo Azzola Telecom ”è l’unica azienda che può realizzare la banda larga in Italia e quanto sta accadendo intorno a lei non aiuta”. Telecom ”deve mantenere il suo profilo internazionale, è quello che andiamo ripetendo e Telefonica non rappresenta un’opportunità di sviluppo”.