La guerra non conviene a nessuno: over-the-top e telco non possono
che lavorare insieme. Si tratta di individuare un business model
che consenta a tutti di compartecipare equamente allo sharing dei
mercati, molto interessanti, che saranno aperti dalle reti di
telecomunicazione IP intelligenti, sia fisse che mobili»: è un
invito a guardare avanti quello che Gianluca Baini, nuovo
amministratore delegato di Alcatel-Lucent Italia con
responsabilità anche delle Mediterranean Countries (Algeria,
Cipro, Grecia, Israele, Libia, Malta, Marocco, Mauritania,
Tunisia), lancia ad operatori ed Internet company.
Veramente, gli operatori vedono uno sharing atipico: a loro
il costo degli investimenti, agli altri i ricavi.
Non deve essere così. Del resto, grazie alle sim gli operatori
sono in possesso di funzionalità che gli Ott non hanno: ad
esempio, il controllo del billing sicuro per qualunque tipo di
transazione o la gestione di applicazioni di localizzazione. Sono
atout che l’Internet classico oggi non rende disponibili per gli
Ott. In più c’è un fatto nuovo: la disponibilità a pagare per
certi servizi su Internet.
Sul fisso o sul mobile?
È una differenza che ha sempre meno senso. La wide generation
comunica più sul mobile che sul pc di casa, così come si
moltiplicano le applicazioni mobili anche per il business. Però
tutto passa attraverso il potenziamento di un’infrastruttura di
telecomunicazione fisso-mobile sempre più integrata: le cellule
mobili devono essere rilegate in fibra ottica per funzionare al
meglio. Ed i servizi devono essere seamless all’interno delle due
reti. Noi stessi non sapremo più se stiamo viaggiando attraverso
la rete fissa o quella mobile. Ad esempio, possiamo iniziare una
conversazione sulla rete cellulare e terminarla senza che ci
accorgiamo su quella fissa una volta entrati in casa o in ufficio.
Siamo alla vigilia di una nuova grande rivoluzione trainata dalla
telecomunicazioni che cambierà il modo con cui viviamo, lavoriamo,
comunichiamo.
Reti da trasformare e potenziare: chi ne approfitterà? I
vendor cinesi?
I primi benefici della ripresa che cominciamo a vedere andranno a
chi ha mantenuto elevati gli investimenti in innovazione. Mi
permetta di citare Alcatel-Lucent: due anni fa il 60% della nostra
ricerca in R&D riguardava l’adattamento dei prodotti esistenti;
oggi la stessa percentuale è impegnata in prodotti che due anni fa
non esistevano nemmeno. È il nostro vantaggio competitivo. Un
altro fattore differenziante a nostro vantaggio è che a livello di
execution e di implementazione contano molto la professionalità
delle persone e la capacità di essere vicini ai clienti.
Tecnologie e persone: ecco i nostri punti di forza.
Un paio di anni fa si parlava di consolidamento del
mercato: solo due cinesi e un europeo, sarebbe stato il punto di
caduta.
Era una profezia, errata come molte profezie. Tant’è vero che
non si sente più in giro. Nel nostro caso, ripeto, abbiamo
sviluppato innovazione in molti campi, sia nel wireless dove
nell’ultimo anno siamo cresciuti del 44%, sia nell’IP dove la
nostra performance è stata di un più 59%. Abbiamo diversificato
la nostra crescita fra mercato americano e Asia-Pacific: siamo
abbastanza globali ed innovativi da vedere il futuro
sufficientemente roseo. Non ci preoccupa un eventuale
consolidamento del mercato: ci vediamo come consolidatori, non come
consolidati.
È positivo anche sull’Italia?
L’Italia è un mercato chiave per tutti: per il suo valore e per
la presenza di molti player internazionali oltre a Telecom Italia,
sia operatori sia fornitori di tecnologia. È dunque è un mercato
in cui Alcatel Lucent non può non giocare un ruolo fondamentale.
Molto dipenderà dalla velocità di implementazione della next
generation access e dell’ ultrabroadband che ci hanno visti
impegnati in consistenti investimenti tecnologici. Il centro di
competenza sull’ottica di Vimercate è uno dei nostri fiori
all’occhiello. In questo business siamo riusciti a crescere di
quasi il 7% in un mercato non facile, soprattutto per la
competizione cinese.
Quindi confermate investimenti e tecnologie in
Italia?
Sì, tanto più che molte tecnologie “italiane” possono essere
sviluppate e affinate con il lancio delle femtocelle: dopo Uk,
l’Italia è il secondo mercato a partire in Europa a livello di
massa. Grazie alle soluzioni Gpon e punto-multipunto con
piattaforme convergenti possiamo contribuire in maniera fattiva
allo sviluppo della rete nazionale Nga e rilanciare così non solo
il settore ma l’intera economia.
Ci sono grandi potenzialità di crescita ed è per questo che la
nostra corporate continua ad investire in Italia. Ovviamente, si
tratta di ragionare su come ottimizzare costi, efficienze, sinergie
da realizzare nel territorio. Il mio mandato è sicuramente di
potenziare e sviluppare le eccellenze italiane.
La ristrutturazione è completata?
Sì, anche se abbiamo in cantiere dei “fine tunings” volti a
potenziare il nostro centro di eccellenza, a renderlo ancora più
efficiente e competitivo rispetto ai vendor asiatici. Ripeto, si
tratta di affinamenti, non di stravolgimenti o cambi di strategia.
La competizione interna ed esterna ci obbliga a continui
aggiustamenti di rotta, per consolidare la nostra posizione nelle
aree di nostra competenza storica – come l’ottica – e per
crescere nelle aree sulle quali stiamo iniziando a raccogliere
risultati incoraggianti – come applications e wireless.
Eppure, si parla di ulteriori interventi su
Vimercate.
No, lo ripeto. Si tratta di implementare alcune azioni volte a
migliorare l’efficienza in una logica globale. Alcune le abbiamo
già annunciate, altre le stiamo definendo con l’obiettivo di
razionalizzare e concentrare alcune presenze oggi distribuite nel
territorio.
Il tutto, insisto, in un’ottica di potenziamento della nostra
presenza. Vimercate rimane e rimarrà un importante centro di
competenza dell’ottico di Alcatel-Lucent worldwide.
Quanto può aiutare il sistema Italia?
In Italia c’è l’head quarter delle Mediterranean Countries. Il
nostro compito per l’intero bacino è duplice: di supporto
pre-sales e di execution dei progetti. In alcune aree si tratta di
costruire completamente l’infrastruttura di telecomunicazione.
Certo, alcuni di questi Paesi stanno vivendo un momento difficile,
ma una volta stabilizzate le situazioni, avranno ancora più
bisogno di ammodernare le loro reti. Si tratta di aree dove
l’Italia è un considerata un riferimento tecnologico
all’avanguardia importante.
Se ci dotiamo delle tecnologie del futuro sia wireless che di
accesso fisso, per loro diventeremo una best practice. E questo non
potrà che consolidare la forza della struttura di Alcatel-Lucent
in Italia, attirare maggiori investimenti di una multinazionale
come la nostra, contribuire a confermare il ruolo dell’Italia
come headquarter dei Paesi mediterranei.