È ampiamente condiviso che l’Ict possa incidere positivamente sul Pil. In passato questa consapevolezza a livello politico è spesso mancata, anche se lo scorso governo è almeno riuscito a portare il tema tra le principali priorità. Oggi, il nuovo esecutivo, che dice di considerare l’Agenda digitale tema di interesse, sembra non averci dedicato ancora la giusta attenzione e manca un’adeguata azione. Tuttavia e a ragione della situazione attuale, dell’impatto trasversale su economia e società e della complessità di gestione che richiede piena collaborazione alle amministrazioni centrali e locali, crediamo opportuno che il tema torni a essere una priorità e che sia gestito dalla Presidenza del Consiglio.
Occorre infatti decidere e agire tempestivamente, dando seguito alle disposizioni del precedente Parlamento circa i servizi digitali ed emettendo i bandi per progetti di banda larga e ultralarga per sfruttare fondi europei in scadenza nel 2015. Inoltre, poiché è solo investendo che si rilancia economia e occupazione, è compito del Governo definire con rapidità le politiche e le azioni coerenti con la spending review per rendere nuovamente l’Italia un Paese capace di attirare investimenti, per esempio stabilendo regole chiare e certe per la realizzazione di infrastrutture adeguate, studiando agevolazioni fiscali quali il credito d’imposta strutturale sulla ricerca e sulla formazione e aprendo il mercato al confronto internazionale, per favorire lo sviluppo di prodotti e servizi a valore aggiunto.