ITALIAN DIGITAL FORUM

Banda larga, in Italia aree rurali connesse al 17%

La Confederazione degli agricoltori: in aumento il gap Nord-Sud, “con la crisi strategico puntare sull’innovazione tecnologica per rilanciare crescita e ecompetitività”

Pubblicato il 21 Ott 2013

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Nelle aree rurali e al Sud la banda larga segna il passo. Nonostante le connessioni crescano, in Italia il divario tra Nord e Sud del Paese e tra aree urbane e aree rurali continua ad allargarsi. Eppure, con la crisi, scommettere sull’innovazione e colmare i ritardi sull’Agenda digitale porterebbe vantaggi immediati a imprese e cittadini, liberando subito risorse per 35 miliardi di euro. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in occasione dell’Italian Digital Agenda Forum, promosso da Confindustria digitale oggi a Roma.

La connettività a banda larga riveste un’importanza strategica per lo sviluppo e la competitività in tutti i comparti produttivi, prima di tutto l’agricoltura, così come ai fini dell’inclusione sociale e della creazione di nuova occupazione per i giovani -sostiene la Cia-. Ma in Italia l’accesso alla rete è ancora regno di pochi, mentre si allarga il “digital divide”. Secondo l’ultimo rapporto della Commissione Onu, infatti, il Belpaese resta sempre nelle retrovie della classifica mondiale: nel 2012 la percentuale di persone che usavano Internet era del 58 per cento, che corrisponde al 57esimo posto in “graduatoria”.

Non basta: nelle aree rurali soltanto il 17 per cento degli abitanti può contare su una connessione costante e di qualità, contro l’89 per cento delle aree urbane –sottolinea la Cia-. Oggi le aziende agricole “informatizzate” sono circa 61mila (il 3,8 per cento del totale), ma con un gigantesco gap territoriale: la quota raggiunge i livelli massimi nel Nord-Ovest (10,9 per cento) e nel Nord-Est (8,1 per cento), mentre tocca valori minimi nelle Isole (2 per cento) e nel Sud (1,3 per cento).

Ma l’obiettivo di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva passa ovviamente dal finanziamento ai servizi e alle infrastrutture Internet ad alta velocità e a un loro accesso diffuso a prezzi abbordabili -continua la Cia-. Per questo c’è bisogno di colmare il grave ritardo accumulato finora dal governo nell’adozione dei provvedimenti attuativi per la concreta implementazione dell’Agenda digitale nazionale. In questo senso speriamo che le parole di oggi del premier Letta segnino l’inizio di un cambio di passo.

D’altra parte, non si può dimenticare che oggi la burocrazia fa perdere qualcosa come 4.500 euro a cittadino -ricorda la Cia-. Soltanto all’agricoltura costa oltre 4 miliardi l’anno, di cui più di un miliardo addebitabile ai ritardi, ai disservizi e alle inefficienze della Pubblica amministrazione. Ecco perché lo snellimento e la riduzione delle procedure e degli oneri burocratici, la semplificazione telematica, rappresentano un’esigenza fondamentale: sia per ridare slancio alle imprese che per migliorare il rapporto tra cittadini e Pubblica amministrazione. Provvedimenti come la casella elettronica del cittadino, la fatturazione elettronica, i pagamenti e l’accesso alle pratiche online sono necessari per consentire finalmente un risparmio di costi, di tempo e di carta.

Ma una vera banda larga a disposizione dei cittadini e delle imprese -conclude la Cia- porta anche altri vantaggi: aumenta le opportunità sociali ed economiche consentendo nuove possibilità di business, che a loro volta possono generare nuovi posti di lavoro, in un periodo in cui la disoccupazione giovanile è stabilmente sopra il 38 per cento; aumenta la produttività delle aziende riducendo i costi e favorendo la nascita di nuove start-up; permette allo Stivale di aumentare l’attrazione degli investimenti esteri. D’altra parte, si stima che ogni euro di investimento nel settore delle Tlc generi un incremento sul Pil nazionale pari a 1,45 euro.

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