STRATEGIE

Banda larga, Lepida accelera l’upgrade tecnologico della rete

La società in house della Regione Emilia punta ad innalzare le performance di connettività. Focus sugli apparati di multiplazione ottica, che consentono di aumentare il numero di connessioni trasportate sulla stessa fibra

Pubblicato il 05 Giu 2017

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Tempo di upgrade tecnologici in casa Lepida. La società in house della Regione Emilia-Romagna sta scommettendo con decisione sull’innalzamento delle performance tecnologiche, tanto da aver avviato ad aprile la trasformazione della propria rete.

L’attenzione dell’azienda si sta concentrando sugli apparati di multiplazione ottica, che svolgono un ruolo cruciale nell’aggregazione dei segnali dati e che consentono di moltiplicare il numero di connessioni trasportate sulla stessa fibra ottica. L’arma scelta da Lepida si chiama Wavelength Division Multiplexing (Wdm), tecnologia che garantisce la multiplazione a divisione di lunghezza d’onda. L’analogo in campo ottico della multiplazione di frequenza.

In particolare, la scelta è stata indirizzata verso la multiplazione densa realizzata grazie ad apparati attivi. La rete Lepida attualmente interconnette i nodi di accesso ai nodi di instradamento, i Juniper MX960, attivati al termine della precedente migrazione. La principale caratteristica di questa aggregazione è il mantenimento della fibra ottica sulla risorsa comune. La sfida, spiega la compagnia, è ora quella di aggregare decine di flussi di utente su una fibra ottica del tutto uguale a quella di accesso, sulla quale è disponibile la capacità di 1Gbps, utilizzando una tecnologia che consente di raggiungere le centinaia di Gbps.

L’aggregazione viene compiuta presso i 41 punti di interconnessione principali della rete Lepida, dove sta iniziando l’intervento di sostituzione della precedente tecnologia con i nuovi apparati Eci. I principali elementi che hanno condotto alla scelta di questi strumenti sono la capacità di commutazione fino a 5.400Gbps, la possibilità di attivare porte a 100Gbps ethernet, la disponibilità di un numero fino a 96 lunghezze d’onda parallele e i ridotti consumi delle schede. Caratteristica di rilievo dei nuovi apparati è la capacità di aggregare le lunghezze ottiche generate da altre tecnologie, permettendo in modo semplice di moltiplicare la capacità dei nodi di accesso con soluzioni passive di multiplazione.

La migrazione sta avendo inizio dalla porzione centrale della rete, Bologna e Ferrara, per motivi strategici. Il primo obiettivo è quello di compiere la migrazione riducendo al minimo l’impatto sulla normale operatività degli utenti. Per ciascuno degli Enti, saranno spostate in momenti diversi le due “vie” che portano la connettività di utente e sfruttando la ridondanza della rete Lepida che consente agli apparati di essere resistenti agli incidenti, ma che in questo caso consente di mantenere attivo il collegamento per il breve periodo necessario alla migrazione. Sono anche già in arrivo gli apparati dell’anello dei nodi di core della Romagna: l’obiettivo è quello di completare interamente la migrazione, Emilia compresa, entro la fine del 2018.

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