"Il 50% dei proventi aggiuntivi della gara Lte sarà destinato
al settore da cui provengono, al comparto dell'Ict": lo ha
annunciato il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani
intervenendo alla trasmissione tv Porta a Porta.
Fra le misure indicate come "strategiche" nell'ambito
della manovra per lo sviluppo "ci saranno quelle legate
all'Ict", ha detto il ministro, che saranno contenute in
un apposito decreto. "L'Ict sarà uno dei pilastri della
nuova manovra", ha risposto il ministro alla domanda di Bruno
Vespa su quale sarà il settore su cui si punterà per sostenere la
crescita. "Abbiamo un grande piano per la banda larga – ha
continuato Romani – e finanzieremo il progetto anche grazie ai
proventi aggiuntivi dell'asta Lte". Il ministro ha inoltre
puntualizzato che "è dimostrato che ogni 10% di aumento di
penetrazione della banda larga produce una crescita del Pil
dell'1%". "La banda larga – ha continuato Romani –
vedrà un concorso straordinario di coloro che hanno investito 4
miliardi per le frequenze, gli operatori di Tlc, che dovranno
continuare a investire. Questo è un modo per fare crescita e per
fare sistema".
Il progetto prevede la realizzazione di un'infrastruttura a
banda larga nazionale attraverso una società pubblica aperta alla
partecipazione dei privati. Nella bozza del decreto in via di
emanazione dal governo – di cui l'agenzia stampa Radiocor
anticipa i contenuti – del progetto si parla nella misura numero 9.
L'implementazione delle infrastrutture – si legge nella bozza –
avverrà "in coerenza con gli obiettivi dell'Agenda
digitale europea" e l'apertura del
capitale ai privati sarà "in conformità al principio di
partenariato pubblico-privato".
Il ministro ha inoltre acceso i riflettori sull'andamento della
gara: "I risultati sono eccezionali. Fino ad oggi abbiamo
incassato 1,5 miliardi in più del previsto".
Per quanto riguarda il beauty contest, la controversa assegnazione
gratuita del cosiddetto dividendo digitale "interno" (le
frequenze digitali televisive), il ministro ha spiegato che, in
caso – al contrario – di gara economica "i nuovi entranti
avrebbero protestato sostenendo che il governo vuol far pagare
barriere di accesso al settore e avvantaggiato chi è già
dentro". Inoltre, sostiene Romani, "in Europa nessuna
concessione televisiva è "mai stata data a
pagamento".
Alla domanda di Enrico Letta, vicesegretario Pd, su "perché
allora Telecom, Vodafone e Wind hanno pagato ognuno oltre 500
milioni di euro per le stesse frequenze che Rai e Mediaset avranno
gratis"
il ministro risponde che il "settore tv diverso da quello
delle Tlc, oggi chi fa tv deve poter competere con i nuovi
entranti".