“Con l’indagine congiunta Agcm-Agcom abbiamo voluto dare un segnale univoco, di cui condivido l’importanza insieme al presidente Cardani: alcuni problemi, come quello del futuro della banda larga in Italia, che implica aspetti comuni alle due authority, vanno affrontati non parcellizzandoli, ma con un metodo condiviso”.
Lo ha detto Giovanni Pitruzzella, presidente dell’Agcm, partecipando al seminario organizzato dal centro di ricerca Luiss Dream nell’aula Nocco dell’ateneo.
“Gli operatori richiedono certezze – ha proseguito – e sono i primi ad avere interesse in questo tipo di collaborazione tra autorità. Alcuni profili della questione Fttc – Ftth toccano da vicino l’antitrust: alcuni degli stakeholder hanno ritenuto che la rete fttc sia la prospettiva ideale, altri la ritengono insufficiente nella rispettiva dell’agenda digitale. La decisone finale ovviamente rimane alla politica, ma noi possiamo fornire gli strumenti. L’Fttc è una prospettiva di continuità rispetto allo scenario esistente – ha proseguito Pitruzzella – che porterà benefici nella concorrenza infrastrutturale, sia statica sia dinamica. Gli investimenti porterebbero a una maggiore concorrenza rispetto a quella esistente. Ma si tratterebbe di concorrenza completa, perché poi tuo tutti avranno bisogno di una accedere alla rete Telecom per l’ultimo tratto, e quinti utilizzare una parte della rete incumbent, con i relativi problemi regolatori e di controllo antitrust”.
“Sarebbe interessante la possibilità di dare forma a esperienze di collaborazione tra operatori – ha detto ancora Pitruzzella – che potrebbero ridurre significativamente il costo di realizzazione, ma gli operatori non hanno finora dimostrato interesse per eventuali investimenti in collaborazione. Ma il coinvestimento di più operatori potrebbe essere importante, avrebbe elemento di discontinuità rispetto al l’assetto finora dato al mercato, e potrebbe destare interesse”.